CAIRO – La conferma di altri tre giorni di colloqui tra Israele e Hamas. È la notizia che arriva dal Cairo, dove il 14 febbraio Egitto e Qatar hanno ripreso gli incontri per una mediazione tra le due parti in lotta. Secondo quanto riferito dal quotidiano americano New York Times, gli incontri dei prossimi giorni coinvolgeranno funzionari di livello inferiore, che continueranno a discutere per un potenziale accordo sugli ostaggi e la tregua. L’obiettivo è quello di trovare un accordo prima che l’esercito israeliano entri a Rafah. Il presidente palestinese Abu Mazen, intanto, ha esortato Hamas a trovare rapidamente un accordo sugli ostaggi “per risparmiare al nostro popolo palestinese il flagello di un’altra catastrofe dalle conseguenze minacciose, non meno pericolosa della Nakba del 1948″.
La tensione sul campo non accenna a scemare. A seguito di un lancio di razzi provenienti dal Libano, i servizi di soccorso israeliani hanno informato della morte di una donna israeliana. Sette il numero dei feriti. Allo stesso tempo alla tv di Stato iraniana il direttore del Gas Strategic Center, Saeed Aghli ha riferito che alcune esplosioni hanno colpito questa mattina diversi gasdotti nel sud-ovest dell’Iran. “Le esplosioni in diverse parti dei gasdotti in Iran questa mattina presto sono state provocate da atti terroristici condotti da sabotatori” ha affermato Aghli, aggiungendo che finora non sono state segnalate vittime.
Intanto cresce la preoccupazione tra i vertici di Hamas per le sorti di Yahya Sinwar, capo politico dell’organizzazione a Gaza e ideatore degli attacchi del 7 ottobre. Secondo alcune fonti, Sinwar è stato tagliato fuori dai contatti per quasi due settimane ed è attualmente elencato come disperso. Fonti egiziane stimano che sia stato ucciso o intrappolato a morte in uno dei tunnel nei quali si è nascosto negli ultimi quattro mesi, gli stessi cunicoli in cui l’uomo compare insieme ad alcuni membri della propria famiglia, in un video diffuso dall’Idf risalente al 10 ottobre.