TEL AVIV – Potrebbe arrivare una svolta nella guerra in Medio Oriente già nelle prossime ore. Sembra concretizzarsi la possibilità di un cessate il fuoco tra Israele ed Hezbollah. Al giorno 417 di guerra si intravede uno spiraglio di tregua, almeno in Libano. La proposta, avanzata dagli Stati Uniti, prevede il ritiro dei miliziani di Hezbollah a nord del fiume Litani, il ritiro completo delle truppe israeliane dal Libano meridionale e i negoziati tra i due paesi per demarcare i rispettivi confini.
Oggi, 26 novembre, il governo israeliano si riunirà per votare sull’intesa ma se alcune fonti fanno sapere che il premier Benjamin Netanyahu è d’accordo “in linea di principio” sulla tregua non si può dire lo stesso delle destre estreme del suo governo. Il ministro della sicurezza interna, Itamar Ben- Gvir, ha giudicato una tregua tra i due paesi come una “opportunità storica mancata”. Infatti, secondo il ministro fermare la guerra, tanto a Gaza quanto in Libano, non è un’opzione da vagliare.
Per il ministro degli Esteri libanese, il suo Paese conta molto sul supporto di Nazioni dell’Unione europea come Francia e Italia, che possono avere un ruolo per porre fine alla crisi al fianco di Beirut. Questa mattina il ministro della Difesa israeliano ha incontrato l’inviata dell’Onu per il Libano e ha chiarito che Israele non tollererà alcuna violazione del cessate il fuoco.
Intanto in questi giorni si sta svolgendo il G7 a Fiuggi e uno dei temi caldi è proprio la situazione in Medio Oriente. Tra i presenti l’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell, che ha dichiarato che “bisogna raggiungere l’accordo per il cessate il fuoco oggi: non ci sono più scuse per rinviare”. Nel frattempo al vertice si cerca un compromesso anche sul mandato di arresto per Netanyahu, emesso dalla Corte Penale Internazionale, e sta avanzando l’ipotesi di chiedere alla Corte dell’Aia una sospensione fino al termine della guerra. Presente anche il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani che ha dichiarato che l’Italia è amica di Israele “ma dobbiamo rispettare il diritto internazionale”.