ROMA – Massima allerta in Italia dopo l’escalation della guerra in Medio Oriente, con Israele che ha iniziato una “invasione limitata” in Libano e il lancio di 180 razzi balistici dall’Iran sul Paese ebraico. “C’è il rischio di un conflitto regionale su larga scala”, ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani in audizione alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato riunite, insieme al ministro della Difesa Guido Crosetto.
Pur ricordando che “Israele ha il diritto di difendersi da Hezbollah”, l’ipotesi di una “guerra generalizzata” – ha spiegato Tajani – “rappresenta una catastrofe che nessuno sarebbe in grado di controllare, che porterebbe morte e devastazione per anni”.
La possibilità di scongiurare una guerra che coinvolga l’intero Medio Oriente però c’è ancora per il titolare della Farnesina, che fa appello “alla responsabilità di tutti gli attori regionali”. Tajani chiede di mantenere aperto un dialogo con l’Iran e di lavorare a una de-escalation risparmiando così altre vittime tra i civili. “Evitare che si ripeta quello che è successo a Gaza con la popolazione palestinese” è il monito di Tajani.
Gli Italiani in Medio Oriente
Sono stati aumentati i voli charter dal Libano per consentire agli italiani di poter rientrare in Italia. Tajani durante la conferenza stampa di questa mattina due ottobre ha ricordato che sono più di 3 mila i connazionali attualmente in Libano. Nella maggior parte dei casi si tratta di persone con doppia cittadinanza.
Anche Crosetto si è detto pronto al piano di rientro. “La Difesa è in grado di condurre operazioni di estrazione dei nostri connazionali in Libano, anche in modo autonomo”, ha spiegato il ministro.
A preoccupare sono anche gli italiani nella missione delle Nazioni Unite Unifil. Crosetto ha chiesto una “un’azione Onu rapida e incisiva affinché Unifil eserciti una reale deterrenza all’uso della forza, contemplando la possibilità di operare anche autonomamente, senza le forze libanesi”. Il ministro Tajani ha assicurato che il contingente rimarrà in Libano, a meno che non ci sia un peggioramento della situazione.