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Medio Oriente, liberi
90 detenuti palestinesi
dopo i tre ostaggi israeliani

Tajani: L'alba della pace nella regione

Il Papa esprime gratitudine ai mediatori

di Valerio Francesco Silenzi20 Gennaio 2025
20 Gennaio 2025

Folla in festa in Cisgiordania | Foto Ansa

RAMALLAH – Nella notte Israele ha rilasciato il primo gruppo di 90 detenuti palestinesi di cui 68 donne e nove minorenni, mantenendo la parola data dopo la liberazione dei tre ostaggi da Gaza. Ma potrebbero non essere tutti: nella prima giornata di pace a Gaza dopo 471 giorni, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa ebraica Ynet, Hamas ha affermato che uno dei detenuti palestinesi, la cui liberazione era prevista per ieri in base all’accordo di cessate il fuoco, non è stato rilasciato.

Il rapporto cita una dichiarazione del dipartimento informazioni sui prigionieri del gruppo terroristico, che afferma di stare lavorando con i mediatori e la Croce Rossa “per fare pressione su Israele affinché rispetti l’elenco concordato dei prigionieri”.

Nel frattempo in Cisgiordania una folla in festa ha accolto gli autobus che portavano a casa i prigionieri. In centinaia hanno esultato sventolando bandiere palestinesi e di vari movimenti politici.

Le operazioni per l’inizio della ricostruzione a Gaza sono iniziate già da ieri. “Non c’è tempo da perdere” ha scritto su X Tom Fletcher, sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, aggiungendo che oltre 650 camion di aiuti sono già entrati a Gaza.

“Siamo all’alba di una possibile pace che potrebbe coinvolgere l’intera regione”. Lo dice in un’intervista a La Stampa il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Il titolare della Farnesina è atteso oggi prima in Israele poi in Palestina per parlare con il suo omologo Gideon Saar, il presidente israeliano Isaac Herzog e il premier e ministro degli Esteri palestinese Mohammed Mustafa.

Sulla tregua, durante l’Angelus di ieri, si è pronunciato anche il Papa: “Esprimo gratitudine a tutti i mediatori. Auspico che le autorità politiche di entrambi, con l’aiuto della comunità internazionale, possano raggiungere la giusta soluzione per i due Stati. Tutti possano dire sì al dialogo, sì alla riconciliazione, sì alla pace”.

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