BEIRUT – Il conflitto in Medio Oriente sembra essersi esteso definitivamente anche al Libano. Il premier libanese Najib Mikati ha dipinto gli attacchi di Gerusalemme come “guerra di sterminio e un piano volto a distruggere i villaggi e le città libanesi”.
Secondo quanto riportato dall’Agenzia ufficiale libanese (Ani), gli abitanti avrebbero ricevuto da Israele messaggi sul telefono, in cui lo stato ebraico chiedeva loro di evacuare.”I residenti a Beirut e in diverse regioni hanno ricevuto messaggi sulla rete telefonica fissa, la cui fonte è il nemico israeliano, – ha spiegato l’agenzia libanese – che chiedono loro di evacuare rapidamente i luoghi in cui si trovano”.
Gli attacchi e la possibile incursione
Intanto il portavoce dell’Idf ha riferito che sono stati attaccati oltre 300 obiettivi di Hezbollah in territorio libanese e il ministero della Salute del Libano ha ordinato agli ospedali del sud e dell’est di sospendere tutti gli interventi chirurgici non urgenti per poter curare i feriti degli attacchi israeliani. Inoltre oggi e domani, le scuole nelle aree bersagliate dagli attacchi israeliani rimarranno chiuse.
In questo clima di tensione preoccupano le parole dell’ex comandante del corpo di Stato Maggiore Gershon Hacohen. Il militare ha spiegato al Jerusalem Post che “È del tutto possibile che l’Idf debba entrare in Libano via terra”. Hacohen infatti non scarta la possibilità di un’ incursione militare, perché sottolinea: “Non c’è scelta; dobbiamo, con qualsiasi mezzo, riportare i residenti evacuati alle loro case”. In merito alla questione libanese il presidente israeliano Isaac Herzog ha dichiarato che Israele non vuole la guerra, ma “ha il diritto e il dovere di proteggere il suo popolo dagli attacchi del gruppo Hezbollah che ha base in Libano”.
Il timore dell’Iran, i dubbi su Sinwar
Quanto successo in Libano preoccupa anche le Guardie della Rivoluzione dell’Iran. I Pasdaran hanno ordinato ai loro membri di non utilizzare dispositivi di comunicazione, dopo l’esplosione dei cercapersone e walkie talkie in dotazione a membri di Hezbollah la scorsa settimana. Fonti ufficiali fanno inoltre sapere che nel Paese è in corso un’operazione su larga scala per ispezionare tutti i dispositivi, non solo apparecchiature di comunicazione, e che la maggior parte di questi sono prodotti localmente o importati da Cina e Russia.
Continua poi il giallo sulle condizioni del leader di Hamas, Yahya Sinwar: per i media israeliani Gerusalemme sta indagando sulla possibilità che l’uomo sia stato o meno ucciso a Gaza, basandosi su informazioni dell’intelligence militare.