TEHERAN – Il Medio Oriente continua a guardare le mosse di Israele dopo l’attacco missilistico dell’Iran lanciato martedì sera. Nella notte del 3 ottobre, 11 raid aerei provenienti da Tel Aviv hanno colpito il sud del Libano e in particolare la capitale del Paese.
Secondo il ministero della Salute libanese, sarebbero almeno 37 i morti e oltre 151 le persone rimaste ferite. Fonti israeliane hanno rivelato che l’obiettivo dichiarato dell’ultimo attacco israeliano a Beirut sarebbe Safin al-Din, probabile successore di Hassan Nasrallah, il leader di Hezbollah ucciso da Israele il 27 settembre. Un attacco che arriva proprio alla vigilia della commemorazione per Nasrallah guidata dall’ayatollah Khamenei, che dal palco di Teheran oggi ha ricordato quanto l’attacco missilistico iraniano rappresenti “una punizione minima per i crimini di Israele”.
Funerali di Nasrallah, migliaia con Khamenei a Teheran
Migliaia di persone si sono radunate fuori e dentro la moschea Grand Mosalla, nel centro di Teheran, dove l’ayatollah Khamenei, per la prima volta in 5 anni, ha tenuto i sermoni del venerdì. La Guida Suprema dell’Iran, parlando con un fucile al fianco, ha definito “legittimo” l’attacco a Israele del 7 ottobre, spiegando come l’attacco iraniano non sia altro che una risposta a crimini israeliani”. L’ayatollah ha poi ribadito che l’attacco missilistico contro Israele è “legale e legittimo”, ricordando che le nazioni musulmane hanno un “nemico comune” e devono “cingere una cintura di difesa” dall’Afghanistan allo Yemen e dall’Iran a Gaza e al Libano.
Alla preghiera è seguita una cerimonia di commemorazione per Hassan Nasrallah ucciso in un raid israeliano su Beirut venerdì, che secondo fonti delle milizie sciite sarebbe provvisoriamente sepolto in un luogo segreto. Scatta invece il giallo sulla sorte del successore del leader di Hezbollah, Hachem Safieddine, su cui l’organizzazione paramilitare islamista al momento ha affermato di “non avere ancora alcuna informazione”.
Israele prepara nuovi attacchi
Tra le intenzioni di Israele non c’è solo quella di colpire il successore di Nasrallah. L’Idf ha annunciato di avere eliminato ieri il responsabile delle reti di comunicazione di Hezbollah, Mohammad Rashid Sakafi, con un raid aereo “mirato” nell’area di Beirut. Secondo quanto riportato dal Times of Israel, il pesante attacco aereo avvenuto durante la notte a Beirut ha preso di mira il quartier generale dell’intelligence di Hezbollah. Al momento, l’esercito non ha voluto rivelare chi si trovasse nel bunker sotterraneo nella periferia meridionale di Beirut, la roccaforte di Hezbollah nota come Dahiyeh.
Tel Aviv, con la collaborazione degli Stati Uniti, starebbe inoltre pianificando una controffensiva che potrebbe coinvolgere non solo l’Iran ma anche Siria e Iraq. Tra i prossimi obiettivi del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ci potrebbero essere gli impianti petroliferi iraniani, così come confermato dal presidente americano Joe Biden. Un elemento che sta facendo volare il prezzo del greggio a New York.
Biden: “Ancora evitabile una guerra totale in Medio Oriente”
Intanto, malgrado le discussioni sulla possibilità di attacchi contro installazioni petrolifere iraniane, Biden ha allontanato la possibilità di una guerra totale. “Non credo che ci sarà una guerra totale. Penso che possiamo evitarla. Ma c’è ancora molto da fare, molto da fare”, ha detto il presidente statunitense parlando con i reporter. Alla domanda se avrebbe inviato truppe americane per aiutare Israele, il presidente ha risposto: “Abbiamo già aiutato Israele. Proteggeremo Israele”.
Intanto, a seguito del rapido deteriorarsi delle condizioni di sicurezza in Libano, questa notte è atterrato a Fiumicino un volo della Farnesina con 178 cittadini italiani provenienti da Beirut. L’evacuazione degli italiani dal Libano è iniziata ieri con la partenza del primo volo charter prevista per ieri sera alle 21,45 dall’aeroporto di Beirut con arrivo a Roma Fiumicino intorno a mezzanotte e trenta.