Il presidente della Palestina Mahmoud Abbas, meglio noto in Italia come Abu Mazen, ha annunciato che la sua amministrazione considera nulli gli accordi firmati con Israele e gli Stati Uniti. Il motivo risiede nelle intenzioni di Israele di voler annettere gli insediamenti e la Valle del Giordano in Cisgiordania ai propri territori. “L’Organizzazione per la Liberazione della Palestina e lo Stato di Palestina si sentono svincolati da oggi da tutti gli accordi e le intese con Usa e Israele e da obblighi che da essi derivano – dice il presidente – compresi quelli di sicurezza”.
Tuttavia Abu Mazen nella riunione di emergenza di ieri notte a Ramallah ha anche ribadito l’impegno palestinese per giungere a una soluzione del conflitto “basata sulla soluzione a due Stati” con la disponibilità della Palestina “ad accettare la presenza di una parte terza lungo i confini” tra i due Paesi. La condizione posta è quella che “i negoziati si svolgano per raggiungere questo obiettivo sotto auspici internazionali e attraverso una Conferenza di pace internazionale basata sulla legittimità internazionale” ha spiegato.
Il piano di annessione, che si basa sul progetto di pace per il Medio Oriente elaborato dal presidente Usa Donald Trump, è stata una promessa fatta dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu nel corso della campagna elettorale per incassare un altro mandato. Ora però, nel nuovo governo di emergenza nazionale, il progetto ha ricevuto il sostegno anche dell’ex rivale del premier Benny Gantz.
I vertici palestinesi stanno boicottando l’amministrazione americana da quando il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha riconosciuto unilateralmente Gerusalemme come capitale di Israele nel 2017. Il re della Giordania, Abdullah II, ha avvertito Israele del rischio di un “conflitto massiccio” se il piano dovesse essere portato avanti. Anche l’Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell’Unione europea Josep Borrell ha detto che l’Ue userà tutti i mezzi diplomatici a disposizione nel tentativo di dissuadere Israele dall’attuare l’annessione.