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HomePolitica Medici e infermieri, è il giorno del sciopero. Adesione oltre l’85%

Medici e infermieri
è il giorno del sciopero
"Adesione all'85%"

A rischio 1,5 milioni di prestazioni

Pensioni, verso gli emendamenti

di Silvia Longo05 Dicembre 2023
05 Dicembre 2023

Medici ed infermieri al lavoro nei reparti di terapia intensiva dell' ospedale modulare Covid allestito nell'area dell' Ospedale del Mare, Napoli 20 ottobre 2020. ANSA / CIRO FUSCO

ROMA – La sanità oggi sciopera contro la manovra del governo di Giorgia Meloni. Medici e infermieri si fermano per 24 ore. A rischio un milione e mezzo di prestazioni (tra visite, esami e interventi). Attese manifestazioni in tutta Italia. In corso a Roma un sit-in in piazza Santi Apostoli con le sigle sindacali che hanno proclamato lo sciopero nazionale: Annao Assomed e Cimo Fesmed per i medici pubblici, Nursing Up per gli infermieri e Cimop per i medici privati. La protesta non si esaurirà con la giornata del 5 dicembre. Infatti, il 18 dicembre è in programma un nuovo sciopero. Sotto attacco la manovra che destina al comparto appena 3 miliardi con lo slogan: “La sanità pubblica non si svende, si difende”.

Pierino Di Silverio, segretario del sindacato dei medici ospedalieri Anaao Assomed commenta il successo dello sciopero parlando di “adesione altissima” con “oltre l’85%” e invita la premier Meloni in piazza: “Se veramente tiene al servizio di cure pubbliche, al Ssn, venga qui in piazza, anche ora, noi la aspettiamo, oppure ci convochi subito. Questo sciopero è un grido di allarme, noi andiamo avanti, e se non ci sarà risposta arriveremo alle dimissioni di massa”

Le ragioni dello sciopero sono diverse: la richiesta di nuove assunzioni di personale, la questione della detassazione di una parte della retribuzione, risorse congrue per i contratti, la depenalizzazione dell’atto medico, l’individuazione di un’area contrattuale autonoma per gli infermieri e il nodo della cancellazione dei tagli alle pensioni. I sindacati lamentano i continui definanziamenti in corso da anni e si dicono dimenticati dopo il Covid. Ritengono, poi, che la legge di bilancio attualmente in Senato, contenga misure che peggiorerebbero le condizioni del lavoro nel Servizio sanitario nazionale e la qualità dei servizi che questo offre, spingendo molti medici a lasciare la sanità pubblica per quella privata.

Il governo è a lavoro per risolvere il nodo del taglio retroattivo alle pensioni di medici, infermieri, personale sanitario che hanno versato contributi tra il 1985 e il 1995. Per loro e per altri dipendenti pubblici – in totale 732 mila lavoratori – il governo prevede un ricalcolo dei rendimenti applicati ai versamenti di quegli anni. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani assicura che “l’emendamento correttivo del governo arriverà entro la settimana”. La revisione della norma è sul tavolo da settimane. Dalla penalizzazione saranno escluse certamente quelle di vecchiaia ma si starebbe cercando una soluzione anche per quelle di anzianità.

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