ROMA – La sanità oggi sciopera contro la manovra del governo di Giorgia Meloni. Medici e infermieri si fermano per 24 ore. A rischio un milione e mezzo di prestazioni (tra visite, esami e interventi). Attese manifestazioni in tutta Italia. In corso a Roma un sit-in in piazza Santi Apostoli con le sigle sindacali che hanno proclamato lo sciopero nazionale: Annao Assomed e Cimo Fesmed per i medici pubblici, Nursing Up per gli infermieri e Cimop per i medici privati. La protesta non si esaurirà con la giornata del 5 dicembre. Infatti, il 18 dicembre è in programma un nuovo sciopero. Sotto attacco la manovra che destina al comparto appena 3 miliardi con lo slogan: “La sanità pubblica non si svende, si difende”.
Pierino Di Silverio, segretario del sindacato dei medici ospedalieri Anaao Assomed commenta il successo dello sciopero parlando di “adesione altissima” con “oltre l’85%” e invita la premier Meloni in piazza: “Se veramente tiene al servizio di cure pubbliche, al Ssn, venga qui in piazza, anche ora, noi la aspettiamo, oppure ci convochi subito. Questo sciopero è un grido di allarme, noi andiamo avanti, e se non ci sarà risposta arriveremo alle dimissioni di massa”
Le ragioni dello sciopero sono diverse: la richiesta di nuove assunzioni di personale, la questione della detassazione di una parte della retribuzione, risorse congrue per i contratti, la depenalizzazione dell’atto medico, l’individuazione di un’area contrattuale autonoma per gli infermieri e il nodo della cancellazione dei tagli alle pensioni. I sindacati lamentano i continui definanziamenti in corso da anni e si dicono dimenticati dopo il Covid. Ritengono, poi, che la legge di bilancio attualmente in Senato, contenga misure che peggiorerebbero le condizioni del lavoro nel Servizio sanitario nazionale e la qualità dei servizi che questo offre, spingendo molti medici a lasciare la sanità pubblica per quella privata.
Il governo è a lavoro per risolvere il nodo del taglio retroattivo alle pensioni di medici, infermieri, personale sanitario che hanno versato contributi tra il 1985 e il 1995. Per loro e per altri dipendenti pubblici – in totale 732 mila lavoratori – il governo prevede un ricalcolo dei rendimenti applicati ai versamenti di quegli anni. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani assicura che “l’emendamento correttivo del governo arriverà entro la settimana”. La revisione della norma è sul tavolo da settimane. Dalla penalizzazione saranno escluse certamente quelle di vecchiaia ma si starebbe cercando una soluzione anche per quelle di anzianità.