“Ho provato molta amarezza e tristezza e anche molta rabbia”, questa la dichiarazione d’apertura del presidente del CONI Giovanni Malagò visibilmente irritato e imbarazzato per l’ennesima prova d’inciviltà dei tifosi nostrani. Le autorità del mondo dello sport intervenute nel corso della mattina dedicata ai giovani atleti e ai valori etici e morali legati alle discipline sportive chiedono con voce unanime l’intervento di uno Stato più forte che sia in grado di far rispettare le regole. I dirigenti che si sono succeduti sul palco hanno anche ammesso delle responsabilità nella deriva generale che da tempo sta trascinando il mondo del calcio nell’oscurità e con sé tutto lo sport e l’immagine del Belpaese.
Volti scuri e preoccupazione. Si è svolta così in un generale clima di sconcerto per i gravi fatti di sabato scorso a margine della finale di Coppa Italia la quarta edizione della festa dell’Etica nello Sport organizzata da MECS (Movimento per l’Etica, la Cultura e lo Sport). La manifestazione voluta dal CONI e dall’ASI (Associazioni Sportive e Sociali Italiane), sarebbe dovuta essere occasione per premiare i numerosi giovani sportivi del Convitto Nazionale e veicolare l’attenzione dei piccoli campioni sul valore della cultura nello sport. Di contro il clima del convegno è stato pesantemente segnato dai vergognosi fatti dell’Olimpico. I giovani atleti hanno così dovuto assistere a una conferenza su cui aleggiava lo sgomento generale.
Piccoli campioni disorientati. Premi e riconoscimenti hanno assunto quasi un significato secondario rispetto al dramma vissuto appena pochi giorni fa. Chi potrà spiegare loro il senso dei feriti d’arma da fuoco fuori dallo stadio? Cosa avranno capito dei riferimenti a Gennaro detto “a carogna”? Peggio ancora come potranno interpretare una moltitudine di tifosi intenti a fischiare l’inno nazionale?
Riaffiora il ricordo dell’omicidio Raciti. “Il calcio è ormai preda di interessi e criminalità che nulla hanno a che vedere con il mondo dello sport”, questo il fulcro dell’intervento di Luca Pancalli, assessore comunale alla Qualità della Vita, Sport e Benessere. Quel Luca Pancalli, ex commissario straordinario della FIGC ai tempi di calciopoli e autorità che decise lo stop dei campionati di calcio per una giornata dopo i fatti del Massimino dove trovò la morte l’ispettore capo Filippo Raciti. Destini che si intrecciano in una giornata dedicata ai valori della correttezza e della disciplina sportiva.
Sport e valori per grandi piccini. È toccato a Gianni Rivera (nella foto durante il suo intervento), ex campione europeo della Nazionale italiana e storico centrocampista del Milan degli anni ’70 ricordare i valori fondamentali delle discipline sportive: rispettare e imparare dalla diversità dei compagni, vivere in modo sano e soprattutto onorare le regole e gli avversari. Questo il messaggio autentico dello sport volto a favorire il cambiamento tanto atteso: trasformare la collettività dei tifosi in veri sportivi. Il sano agonismo può essere strumento di comunicazione per trasformare i tratti di una società ai limiti dello sbando.
Emanuele Bianchi