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HomeCultura Maxxi, Melandri incassa la nomina e respinge le critiche: «prenderò solo 90 auro». Ancora polemiche dal Pdl

Maxxi, Melandri incassa la nomina e respinge le critiche: «prenderò solo 90 auro». Ancora polemiche dal Pdl

di Carlo Di Foggia24 Ottobre 2012
24 Ottobre 2012

Pochissimi credevano che avrebbe retto alle critiche piovute da tutte le parti nei giorni scorsi alla notizia della sua nomina. Alla fine invece, Giovanna Melandri – ex ministro dei Beni culturali e da adesso ex parlamentare – arriva alla guida del Maxxi, il “museo per le arti del XXI secolo”. E lo farà gratis, anzi: «Per assoluto spirito di servizio», come spiega ai numerosi cronisti in attesa nel salone del collegio romano. Al suo fianco il ministro Ornaghi che difende la nomina, cercando di spegnere le polemiche divampate nei giorni scorsi. «È una mia decisione autonoma – spiega il professore – maturata in via riservata com’é mia abitudine. Ne ho informato il presidente del Consiglio che non ha espresso alcuna perplessità.La Melandriha tutti i requisiti richiesti, ed anche un sovrappiù: è stata ministro dei Beni culturali ed ha svolto attività parlamentare. Un valore aggiunto».

Le critiche però hanno lasciato il segno. È la stessa Melandri infatti, ha spiegare che «nei giorni scorsi sono state dette e scritte inesattezze gravi, alcune inammissibili sull’incarico, la poltrona, il compenso». Che non ci sarà, perché «non sono previsti compensi per gli amministratori di un’istituzione culturale: io sarò presidente del Maxxi per 90 euro all’anno, considerando un rimborso di 30 euro per ogni seduta del consiglio di amministrazione».

Il neopresidente però, preferisce non rispondere alla domanda su come intenda mantenersi, vista la rinuncia all’incarico parlamentare e il vitalizio ancora lungi dall’arrivare. Intanto però snocciola alcuni obiettivi della sua gestione con un linguaggio da marketing televisivo: parla di un milione di ‘spettatori’ (testuale, ndr) e il raddoppio delle risorse esterne (quindi sponsor). Silenzio invece sulle nomine che spetteranno al neopresidente: direttori e membri del cda; oltreché sui criteri di  selezione dei curatori e di scelta delle collezioni. Serve tempo. «Dateci quattro, cinque mesi per avere un quadro della situazione», spiega. Intanto però, il governo ha alzato a sei milioni di euro le risorse destinate al museo, progettato dall’architetto Zaha Hadid nel 2010.

E pensare che il day one dell’ex ministro era iniziato, già dalla mattina, nel peggiore dei modi, con alcuni giornali che pubblicano indiscrezioni  provenienti da Palazzo Chigi che parlano del premier Monti infastidito per il clamore suscitato dalla nomina. Si parla addirittura di pressing governativo sull’ex deputata Pd per spingerla a rinunciare all’incarico. Passano poche ore e la conferenza, prevista per le 11 al Maxxi, viene spostata alle 14 al Ministero. Circolano voci di dimissioni imminenti. Tutto respinto con decisione dai diretti interessati.

Intanto però, confermata la nomina, dal Pdl continuano gli attacchi e le critiche alla decisione presa dal ministro, con il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri che parla di «nomina vergognosa» e minaccia una possibile discussione in parlamento e il suo omologo alla camera Cicchitto che denuncia la «forzatura politica e la mancanza di stile di Ornaghi».

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