Nella notte a Roma e in altre località d’Italia in Calabria, Campania e Lombardia maxi-operazione antidroga gestita dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Roma. È stata emanata dal gip Bernadette Nicotra, un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 50 individui ritenuti responsabili del reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale e allo spaccio di sostanze stupefacenti.
L’operazione, denominata “Paquetes”, che ha portato al sequestro di 230 kg di droga, è nata nel 2011 allo scopo di accertare l’operatività di un grosso traffico di stupefacenti con sede, principalmente, a Roma, Anzio e Nettuno. Una rete che si estendeva dall’Italia in Sud America passando per Albania e Spagna.
Vari canali operativi. Quattro i gruppi che gestivano l’arrivo e lo smistamento della droga. Un traffico di cocaina, hashish e marijuana a Cinecittà, gestito da Manolo Giorgio e Sacha Fonzo, risultati in affari con i gruppi Senese e Casamonica; il secondo a Guidonia Montecelio gestito da Salvatore Allocca che si occupava di scambi con la Spagna; un gruppo nella zona di Anzio e Nettuno capeggiato da Massimo Ludovisi; l’ultimo a Nettuno gestito dal pluripregiudicato Franco Lasi. La chiusura dell’operazione è stata anticipata a questa notte dopo che le indagini hanno portato alla scoperta di una possibile fuga di Lasi, verso una destinazione ignota. Durante la perquisizione della sua abitazione, subito dopo l’arresto, sono stati ritrovati 100mila euro, secondo gli inquirenti un possibile acconto per una nuova partita di stupefacenti.
Lasi si occupava del canale albanese, facendo arrivare tramite camion refrigerati, nascosti nelle paratie, grandi quantitativi di marijuana. La pericolosità del Lasi era nota, se si pensa che il 28 febbraio del 2013 il genero, l’albanese Mikel Blushaj, è stato ucciso uscendo dall’abitazione di Lasi, a Cave in provincia di Roma, mentre si trovava agli arresti domiciliari.
Lasi aveva anche collaborazioni con noti gruppi appartenenti al narcotraffico sudamericano, in particolare in Bolivia, Colombia e Venezuela e in Italia con gruppi appartenenti alla criminalità organizzata della Camorra (clan Mazzarella) e della ’Ndrangheta (clan D’Agostino e clan Trimboli-Marando).
Operazione “Paquetes”. Il nome dell’operazione viene dai pacchi con cui la droga veniva spedita in Italia e poi smistata presso vari domicili; in particolare venivano utilizzati articoli sportivi come sacchi di pugilato, imbottiti di droga. Uno degli arresti si è verificato proprio in flagranza mentre i corrieri consegnavano uno dei suddetti pacchi.
Secondo il Comandante del nucleo investigativo di Roma, il Tenente Colonnello Lorenzo Sabatino (a destra nella foto), il motivo della collaborazione con gruppi della criminalità organizzata era dovuto in quanto «per realizzare importazioni di stupefacenti dalle zone di produzione è necessario disporre di un apparato logistico molto complesso e questo implica la necessità di intrattenere contatti con gruppi criminali di varia natura». In fase esecutiva le forze dell’ordine hanno ricevuto la collaborazione dei colleghi spagnoli e portoghesi vista l’esistenza di un mandato di cattura a livello europeo.
Domenico Cavazzino
Gianluca Natoli