Stadio “Sardegna Arena”, primo tempo della partita di serie A tra Cagliari e Juventus. Ancora una volta le nubi nere del razzismo gettano una luce inquietante sull’immagine del tifo italiano. Mancano 5 minuti all’intervallo. Dalla curva il club rossoblu si alzano i cori della vergogna: ululati beceri, accompagnati dal gesto della scimmia, e poi una valanga di “buu” razzisti. La vittima designata dei tifosi sardi è Blaise Matuidi, centrocampista della Juve, che solo la scorsa settimana era stato oggetto di intimidazioni e razzismo durante il match tra il Verona e la squadra allenata da Allegri.
Il giocatore francese non ci sta. Decide di ribellarsi, di non tacere all’ennesima umiliazione da parte di tifoserie prive di ogni senso del limite, perfino di fronte alla discriminazione razziale. Risponde con dignità e orgoglio al pubblico cagliaritano che lo insulta per il colore della sua pelle. E poi corre dall’arbitro, per denunciare e protestare contro lo spettacolo razzista di cui è stato vittima. Finita la gara Matuidi decide di denunciare l’episodio anche sui social. “Ho assistito a scene di razzismo durante la partita”, scrive il francese su Facebook. “Le persone deboli cercano di intimidire attraverso l’odio”, sottolinea il centrocampista della Juve. “Io non riesco ad odiare. Posso solo essere dispiaciuto per coloro che danno questi cattivi esempi. Il calcio è un modo per diffondere l’uguaglianza, la passione, l’ispirazione”.
In serata dal club allenato da Diego Luis López arrivano le scuse: un lungo tweet in francese sull’account del Cagliari Calcio, rivolto al giovane centrocampista bianconero: “Sei un giocatore enorme. Un esempio per i giovani. Desideriamo scusarci con te se sei stato insultato alla Sardegna Arena per il colore della tua pelle. Il razzismo non ha nulla a che vedere con il popolo sardo. Solamente l’ignoranza può spiegare certi comportamenti”.
E tuttavia oggi il presidente della squadra rossoblu Tommaso Giulini, ospite della trasmissione Radio Sport su Rai Radio Uno, prende le distanze: “Allo stadio non ci sono stati cori razzisti. Nessuno ha sentito ‘buu’ o cose del genere”. In ogni caso, continua il presidente, “non è certo per quattro ignoranti che una grande città come Cagliari può essere tacciata di atteggiamenti razzisti”.