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Il “semestre di Renzi”: sulla flessibilità è già scontro con il tedesco Weber (Ppe). Apprezzamenti da Barroso

di Raffaele Sardella03 Luglio 2014
03 Luglio 2014

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Arriva una risposta secca dal tedesco Manfred Weber, all’istanza di Renzi per una maggiore flessibilità: “L’Europa è forte se gli stati fanno i compiti a casa”. Il capogruppo del PPE chiude la porta in faccia al premier italiano: “nuovi debiti non creano futuro ma lo distruggono: l’Italia ha il 130% di debito, dove prende i soldi?” e conclude “Renzi ha chiesto di avere fiducia, ma quello che si promette si mantiene”.

La replica di Renzi arriverà solo a interventi conclusi, quando il popolare ha già abbandonato l’aula: “Se Weber parla a nome della Germania, gli ricordo che proprio in questa sala, nella scorsa presidenza italiana, ci fu un paese cui non solo fu concessa flessibilità, ma anche di violare i limiti ed essere oggi un paese che cresce”.
È un discorso brillante e affabulatorio quello di Matteo Renzi , che parte da riferimenti alla cultura pop (“se l’Europa facesse oggi un selfie”) ed arriva a citare l’epica omerica (“la nostra generazione deve ritrovare lo spirito di Telemaco”). Per il capogruppo degli euroscettici dell’Ukip Nigel Farrage però “non c’è stata sostanza nel discorso, specie sui temi economici.”. Farrange annuncia che non collaborerà con Renzi aggiungendo che – pur volendo essere partner dell’Europa – non vuole che il suo Regno Unito paghi 50 milioni di sterline per un’organizzazione che gestisce l’immigrazione in maniera incontrollata. Sull’argomento Renzi aveva parlato del rilancio dell’agenzia Frontex ed espresso delle considerazioni “di principio” sulle responsabilità dell’Europa nei confronti dell’Africa.
Maggiore apertura arriva dal fronte dei liberal-democratici, che condividono l’idea di Renzi di concentrarsi sulla crescita attraverso le parole di Guy Verhoftadt (capogruppo Elda).
Infine un’attestazione di fiducia arriva dal presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso:
“Nel novembre 2011 diversi governi volevano che l’Italia scegliesse a favore dell’intervento
del Fondo monetario internazionale, era sull’orlo del disastro: sono orgoglioso del fatto che la Commissione è sempre stata con l’Italia contrariamente ad altri governi europei”. Per Barroso, che confida in “un’Italia forte al centro di un’Unione Europea molto forte”, le riforme che Renzi avrà modo di proporre nel suo semestre daranno un contributo prezioso in un momento in c’è bisogno di ripartire.

Raffaele Sardella

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