Un duro attacco alla magistratura. È questo, in estrema sintesi, il discorso del leader di Italia Viva, Matteo Renzi, durante il dibattito sul finanziamento alla politica in Senato.
Renzi attacca la magistratura in merito all’inchiesta sui finanziamenti alla Fondazione Open. Per l’ex premier i giudici decidono cosa sia un partito e cosa no, “e se al pm affidiamo non già la titolarità dell’azione penale ma dell’azione politica, questa Aula fa un passo indietro per pavidità e lascia alla magistratura la scelta di cosa è politica e cosa non lo è”. Continua con un attacco duro e dice che sul caso legato a Open “c’è stata una violazione sistematica del segreto d’ufficio sulle vicende personali del sottoscritto. Non è uno Stato di diritto questo, siamo alla barbarie”.
Cita Bettino Craxi che nel suo discorso del 3 luglio 1992 “disse che aveva imparato ad avere orrore del vuoto politico. Di questo discutiamo, non di finanziamento illecito ma di debolezza della politica”. Parla anche di Aldo Moro e cita le sue parole riferendosi al caso Lockeed (scandalo che riguarda gravi casi di corruzione che hanno coinvolto diversi Paesi del mondo nel 1970): “Non ci faremo processare nelle piazze”.
“Avere rispetto per la magistratura è riconoscere che magistrati hanno perso la vita per il loro impegno. A loro va il massimo rispetto. Ci inchiniamo davanti a queste storie”. Ma – continua Renzi – “a chi oggi volesse immaginare che questo inchino diventi una debolezza del potere legislativo si abbia la forza di dire: contestateci per le nostre idee o per il jobs act ma chi volesse contestarci per via giudiziaria sappia che dalla nostra parte abbiamo il coraggio di dire che diritto e giustizia sono diversi dal giustizialismo”.