“La promozione dei diritti umani nel mondo costituisce non solo un imperativo etico e morale ma è strumento necessario per prevenire i conflitti, costruire società stabili e inclusive e, quindi, promuovere in modo sostenibile la pace, la sicurezza e lo sviluppo”, così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dei 70 anni della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Il 10 dicembre del 1948, infatti, a breve distanza dalla terribile esperienza che era stata la Seconda Guerra Mondiale, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Al centro del documento il riconoscimento della dignità di tutti i membri della famiglia umana, quale fondamento della libertà, della giustizia e della pace.
Mattarella ha sottolineato come questo principio “precede gli stessi ordinamenti statali” perché “il rispetto della dignità della persona è un obbligo che interpella la coscienza di ciascuno”. Purtroppo, però, il mondo è ancora colmo di abusi, violenze e discriminazioni che affliggono individui e intere comunità, spesso colpendo i più vulnerabili, quindi è necessario “che la comunità internazionale intensifichi gli sforzi per promuovere un’efficace protezione delle libertà fondamentali”.
Il Capo dello Stato ha poi concluso affermando che “l’Italia continuerà a impegnarsi a tale riguardo, soprattutto nelle sue funzioni di membro, a partire da gennaio 2019, del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite”.
Anche Papa Francesco, in un messaggio rivolto ai partecipanti della conferenza internazionale sui diritti umani, ha sottolineato lo scarto che c’è tra la Dichiarazione di 70 anni fa e la situazione attuale nel mondo e, proprio per questo, ha rivolto un appello “a quanti hanno responsabilità istituzionali, chiedendo loro di porre i diritti umani al centro di tutte le politiche, incluse quelle di cooperazione allo sviluppo, anche quando ciò significa andare controcorrente”.