La colonna di mezzi militari che portano le bare dei morti a causa del Covid fuori dalla città di Bergamo. Un’immagine indelebile che rimarrà il simbolo delle vittime falcidiate da un virus allora sconosciuto. Succedeva il 18 marzo 2020, istituita giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia da Coronavirus. Nel secondo anno di questa ricorrenza il presidente della Repubblica vuole ricordare quello scatto che al suo interno “racchiude il dramma dell’intera pandemia”, riportando alla memoria tutte le vittime dell’epidemia e il “dolore dei loro familiari” in cui “si riconosce l’intera comunità nazionale”.
Mattarella a Bergamo
Nel dolore di questa giornata si cerca però un nuovo punto di partenza. “Lo spirito di sacrificio, la consapevolezza di sentirsi responsabili gli uni degli altri, che la stragrande maggioranza dei nostri concittadini ha dimostrato di possedere – ha aggiunto il Capo dello Stato, nella sua visita a Bergamo, città simbolo della prima ondata – costituiscono un patrimonio prezioso per le sfide che il Paese si trova ad affrontare, da non disperdere”. Proseguendo Matterella prosegue ricordando l’impegno della Repubblica per il ritorno a una nuova normalità “senza dimenticare la lezione di quanto è avvenuto”.
Consiglio dei ministri: via libera agli allentamenti
La dimostrazione delle parole del Presidente della Repubblica circa il proseguimento, seppur cauto, verso tutte le riaperture si ha avuta nel Consiglio dei Ministri di ieri. I vertici del governo infatti hanno approvato all’unanimità la road map per allentare le misure anti-Covid, dopo la fine dello stato di emergenza. Subito dal primo aprile termina l’obbligo di Super Green pass sui luoghi di lavoro per gli over 50. Mentre dal primo maggio terminerà la richiesta del certificato verde ovunque. Dal 15 giugno invece decade l’obbligo vaccinale per tutte le categorie In sostanza, riprendendo le parole del presidente del Consiglio Mario Draghi, “riaprire l’economia” e “limitare l’esperienza didattica a distanza” e smartworking saranno le linee guida da seguire per il futuro.
Salgono incidenza e Rt
Dopo l’annuncio della decisione dell’eliminazione dello stato di emergenza il 31 marzo, “garantire i ritmi di una rinnovata vita” sembrava un’impresa in discesa, anche se il quadro epidemiologico nelle ultime settimane risulta in continuo mutamento. Continua, infatti, a salire l’incidenza dei casi di Covid-19 in Italia: secondo il report dell’Istituto Superiore di Sanità questa settimana è pari a 725 casi su 100mila abitanti rispetto a 510 della scorsa settimana, mentre l’indice di trasmissibilità Rt sale invece a 0,94 da 0,84.
Stabili le ospedalizzazioni, giù le terapie intensive
Questo dato risulta in netta controtendenza rispetto a quello legato alle terapie intensive, che si svuotano passando dal 5,5% di occupazione dal 4,8%, e le ospedalizzazioni in reparti ordinari al 12,9%. In questo indicatore però rimangono 9 le regioni sopra la soglia di allerta del 15%: Abruzzo (19%); Basilicata (23,4%); ; Lazio (16,1%); Marche (16,4%); Puglia (18,8%); Sardegna (21%); Sicilia (23,3%); Umbria (27,6%) e Calabria (31,3%) che ha il dato più alto e preoccupante. Mentre, questa la notizia più confortante, nessuna regione supera la soglia per le terapie intensive.