Controlli a tappeto. Nessuno deve sfuggire alle verifiche. Agli aeroporti l’allerta è massima: i termoscanner installati a Fiumicino per misurare la temperatura corporea hanno esaminato oltre 24mila passeggeri in 24 ore. Due secondi è il tempo necessario per il controllo, 37.5° è la temperatura soglia oltre la quale scatta l’allarme.
Con le telecamere termiche è difficile eludere i controlli anche per chi non arriva direttamente dalle zone di crisi. Si evitano così le falle delle “triangolazioni”, ad esempio passeggeri passati dalla Cina e arrivati in Cambogia o Thailandia che poi hanno preso un volo per Roma non soggetto alle misure di prevenzione previste.
A preoccupare non è solo il rischio di contagio, ma gli effetti sull’economia. “La paura del virus rischia di costare al turismo italiano almeno 1,6 miliardi di euro e oltre 13 milioni di presenze” è il monito lanciato da Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesecenti, nella giornata dell’incontro tra il sottosegretario al Turismo Lorenza Bonaccorsi e i rappresentanti delle imprese del settore. “E sono stime conservative”, prosegue Messina, “se la psicosi dovesse continuare il conto potrebbe essere ancora più salato”.
Sono intanto stabili, e dunque ancora critiche, le condizioni della coppia di turisti cinesi, positivi al coronavirus e ricoverati da 8 giorni all’ospedale Spallanzani di Roma. Il quadro clinico della coppia si era aggravato circa 48 ore fa: da quel momento sono ricoverati nel reparto di terapia intensiva. In giornata è atteso un altro bollettino medico del nosocomio romano.
E per Walter Ricciardi, ex presidente dell’Iss e ordinario di Igiene all’Università Cattolica di Roma, “nelle prossime due settimane ci si gioca la possibilità di contenere l’epidemia in Cina e non farla arrivare fuori, ma la cosa importante è prendere decisioni basate sulle evidenze scientifiche e la solidarietà”.