MASSA CARRARA – Prima dimessa, poi ricoverata e infine trasferita d’urgenza all’ospedale di Massa Carrara dove poi è morta: la vittima una bimba di 18 mesi. Sulla morte, come riporta oggi La Nazione, la Procura di Massa Carrara ha aperto un’inchiesta. Il caso è poi passato in mano ai carabinieri. Questi ultimi stanno studiando le cartelle cliniche relative al caso.
I genitori hanno portato la figlia al policlinico Le Scotte di Siena due volte. Dopo i primi accertamenti i medici hanno rimandato a casa la piccola. Poche ore dopo le dimissioni, la famiglia è tornata in ospedale, dato che la bimba non si sentiva bene. L’ospedale senese ha scelto di ricoverarla per alcuni giorni, per poi trasferirla d’urgenza all’ospedale di Massa Carrara, dove è morta.
I genitori della bambina vogliono conoscere la verità e per questo si sono rivolti al legale Vincenzo Bonomei. “I genitori sono disperati e piegati dal dolore per una perdita così grave, ma c’è da parte loro la ferma volontà di capire perché è morta la figlia. In questa fase delicata non posso proprio aggiungere altro”, ha spiegato l’avvocato a La Nazione.
Per fare luce sulla vicenda sarà necessaria l’autopsia, che dovrebbe svolgersi lunedì 18 novembre. Prima di procedere sarà consentito alla famiglia la nomina di un proprio consulente, che possa assistere agli accertamenti medico legali.
Un caso non isolato: i precedenti dell’ultimo anno
Il caso della piccola non è isolato. Sono diverse le morti di bambini nell’ultimo anno negli ospedali italiani. Era il 21 maggio quando un bimbo che non aveva neanche tre anni è morto al Gaslini di Genova. Aveva sviluppato una malattia rara, sindrome emolitica-uremica, per aver mangiato un formaggio a latte crudo contaminato dal batterio Escherichia Coli. 51 giorni di agonia nella struttura non sono serviti a salvargli la vita.
E ancora, a Palermo un piccolo di sette anni ha perso la vita nel reparto di cardiochirurgia dell’Ospedale Civico lo scorso aprile. ”Nostro figlio aveva una cardiopatia congenita. Tuttavia prima dell’intervento correva, giocava e conduceva una vita normale per la sua età. Qualcuno dovrà spiegarci, ma in realtà avrebbe già dovuto farlo da tempo, come un bambino entra in ospedale in buone condizioni per un intervento ed invece viene sottoposto a tre interventi, quattro cateterismi, un numero elevatissimo di drenaggi ed alla fine, dopo cinque mesi di indicibili sofferenze, muore”. Questo quanto affermato dai genitori pochi mesi dopo l’accaduto.