«Come Lega siamo pronti a bloccare le prefetture e a presidiare tutte quelle strutture che a spese degli italiani qualcuno vuole mettere a disposizione di migliaia di immigrati clandestini». Così, Matteo Salvini, che in mattinata è stato ospite nel bresciano a Lonato del Garda e Rovato, torna sulle parole del presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, che oggi aveva ribadito all’assemblea di Confcommercio a Milano che ai Comuni lombardi disposti ad accogliere nuovi immigrati la Regione taglierà i fondi.
Salvini e Maroni trovano la sponda dei neoeletti governatori del Veneto e della Liguria, Luca Zaia e Giovanni Toti, mentre piovono critiche dal resto delle regioni a guida Pd, dall’Anci, dal governo. E intanto, da ieri, più di 3mila migranti sono stati salvati al largo delle coste libiche e portati nei campi di prima accoglienza, in Sicilia e in Calabria.
La possibile sforbiciata maroniana è già allo studio della sua giunta. «Ho incaricato il mio assessore Massimo Garavaglia – spiega l’ex-segretario del Carroccio – stiamo facendo una serie di proposte. Parlo di fondi della Regione, non del governo. I costituzionalisti stiano tranquilli». La Lombardia è «terza in Italia per numero di immigrati accolti», dice poi Maroni a sostegno della sua tesi. Lo smentisce però il prefetto Mario Morcone, capo del “dipartimento Libertà civili e immigrazione” del Viminale: «Voglio sottolineare la nitidezza dei numeri. La Sicilia – spiega Morcone – accoglie il 22% degli immigrati che giungono in Italia, dietro di lei Lazio e Campania. La Lombardia nonostante possa apparire terza in classifica nazionale, rispetto al numero degli abitanti e al Pil regionale, due criteri per la ripartizione dei migranti, è decisamente in debito di accoglienza. In coda, Veneto e Valle d’Aosta». Un terzo dei migranti accolti in Italia, minori esclusi, continua Morcone, «è distribuito in due regioni: Sicilia e Lazio, che ospitano rispettivamente il 22% e il 12% dei 73.883 totali. Il Veneto è, tra le grandi regioni del Nord, quella che ospita meno persone, con il 4%, mentre chi ha meno migranti è la Valle d’ Aosta, che ne ospita solo 62».
Dure le reazioni alla proposta dell’ex segretario leghista da parte dall’Associazione nazionale dei comuni italiani. Leoluca Orlando, presidente dell’Anci Sicilia, attacca: «Adesso, con l’assurda presa di posizione di Maroni, ci ritroviamo con dichiarazioni e intenti di tutt’altra specie che ci lasciano di sasso non solo per la durezza ma per la totale mancanza di umanità». E Sergio Chiamparino, presidente dell’Anci nazionale, chiarisce: «Non va confuso il numero degli immigrati presenti sul territorio con i profughi arrivati quest’anno. C’è un’intesa firmata da tutte le Regioni nell’agosto del 2014 sull’accoglienza dei profughi e rispetto a quelle quote fissate sia la Lombardia, sia il Veneto sono al di sotto delle soglie». E poi chiede «che qualcuno avverta Maroni che la campagna elettorale è finita».
In realtà – sarebbe da rispondere a Chiamparino – la campagna elettorale è finita per modo di dire, perché la partita è ancora aperta a Venezia, Rovigo, Lecco, Mantova, Arezzo. Tutti comuni del nord in cui la prossima domenica le liste di centrodestra, con la Lega e Forza Italia in coalizione, andranno al ballottaggio contro i candidati del centrosinistra. E Matteo Salvini, da Rovato, dove le elezioni si devono ancora chiudere, tuona: «Vogliono disseminare l’Italia di clandestini. Le cazzate razziste sono quelle di Renzi e Alfano».
E proprio Alfano rilancia in tarda mattinata la controproposta ai sindaci: «Il criterio che il governo intende utilizzare per l’ accoglienza dei migranti nel nostro paese, anche a livello di enti locali, è di “aiutare chi ci aiuta” e di escludere dal patto di stabilità interno le spese sostenute per questo capitolo dai Comuni».
Federico Capurso