E’ rottura tra Lega Nord e Fratelli d’Italia. E stando a quanto dice oggi Maroni, potrebbe persino diventare definitiva. Il pomo della discordia consiste nelle dichiarazioni rese ieri da Giorgia Meloni durante la registrazione del programma televisivo Tabloid. “Se io fossi fra i chiamati a referendum in Lombardia e Veneto io non ci non andrei. È un referendum solo propagandistico”. Dichiarazioni certamente dure, parzialmente mitigate da un’apertura possibile solo a seguito di una riforma costituzionale in senso presidenzialistico. “Non è che non sono disponibile a rivedere le forme di autonomia. Ma dico che questo è possibile farlo solo dopo aver rafforzato lo Stato centrale con un governo forte in un sistema presidenziale”, le altre parole della leader di FdI.
Il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, è rimasto molto colpito da quanto è trapelato. “Sono dichiarazioni negative, sbagliate e molto pesanti”, ha detto a margine di un dibattito proprio sul referendum del 22 ottobre. E segnala l’insorgere di un problema politico importante. “Il referendum è una cosa importante sia sul piano politico sia sul piano istituzionale mi riservo di valutare queste dichiarazioni sul piano della lealtà dell’alleanza di governo. Non posso far finta di niente”, è il suo avviso.
Uno dei suoi assessori, Gianni Fava, principale responsabile del gruppo di lavoro regionale sul referendum, è stato ancora più duro. Sembrerebbe quasi che per lui l’alleanza con FdI già non esiste più. “Confesso – sostiene Fava, che siede nel Consiglio federale del Carroccio – che pensare che con una così ci aspetta un’alleanza strategica alle Politiche mi fa venire i brividi. Ma delle Politiche per il governo dell’Italia personalmente me ne frego. A queste condizioni faccio fatica a trovare motivazioni che giustifichino un accordo con chi si permette di dileggiare e deridere 30 anni di storia e di aspettative politiche della Lega”.
Non è però la prima volta che emerge questa differenza di posizioni tra i due partiti. Durante l’annuale incontro di Atreju, Meloni aveva definito i referendum addirittura “inutili”. E se in pubblico il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, era stato tiepido con lei in proposito (“Giorgia ha toppato”), in privato non lo è stato affatto. “Parli come Renzi, inaccettabile, sono molto deluso” è quanto le avrebbe detto al telefono secondo Affari Italiani.