Dopo la decisione del governo italiano di non riconsegnare i Marò, è esploso il caso internazionale. L’India ha reagito male. Il primo ministro del Kerala, Oommen Chandy, ha giudicato «inaccettabile» la decisione del nostro governo di non far tornare in India i due fucilieri Massimiliano Latorre e Salvatore Girone al termine del loro permesso elettorale. L’Italia invece difende la sua decisione. La questione marà non ha inciso in modo significativo sulla querelle giudiziaria che riguarda Finmeccanica. Gli investigatori del Central Bureau of Investigation (Cbi), la polizia criminale indiana, hanno perquisito 13 luoghi tra abitazioni e uffici nella provincia di Nuova Delhi, nell’ambito dell’inchiesta aperta dalle autorità indiane sul caso delle presunte tangenti pagate per l’acquisto di elicotteri AgustaWestland. Il portavoce del Cbi, Dharini Mishra, ha dichiarato che tra le 13 persone indagate c’è anche l’ex capo di stato maggiore dell’aeronautica S.P. Tyagi, la cui abitazione è stata controllata oggi.
La reazione indiana. Chandy ha annunciato di voler discutere il caso con il governo indiano. «Andrò a Delhi questa sera stessa e tratterò della questione con il ministero degli Esteri. Intendiamo passare alle vie legali», ha dichiarato il primo ministro dopo l’annuncio del ministero degli Esteri italiano.
Per l’Italia Nuova Delhi non ha la giurisdizione sul caso. Citato dal Times of India, Chandy ha replicato: «Avete visto con quale serietà il Kerala abbia seguito il caso (…) la nostra posizione resta la stessa e vogliamo che i due marò vengano giudicati qui in base alla legge indiana». Se i due fucilieri non dovessero tornare per essere processati ci sarebbero delle «conseguenze». Lo ha dichiarato il premier indiano, Manmohan Singh. Tra le reazioni diplomatiche, riferisce Ndtv, l’India avrebbe preso in considerazione l’espulsione dell’ambasciatore italiano Daniele Mancini. Singh ha accusato Roma di aver violato «le regole della diplomazia e messo in discussione un solenne impegno preso da un rappresentante del proprio governo». Roma, dunque, «mantenga la parola» o ci saranno «conseguenze sulle nostre relazioni».
Le reazioni italiane. «Le parole del governatore inneggianti al tradimento e all’inganno sono una mancanza ulteriore di rispetto verso il nostro Paese» ha detto Barbara Contini del Centro Democratico. Sempre Contini critica il comportamento tenuto dallo Stato indiano accusato di aver ingannato i due marò richiamando la nave in porto con l’inganno e facendo «arrestare i nostri militari senza alcun rispetto».
La reazione dell’Europa. Anche l’Europa interviene con una dichiarazione del portavoce dell’Alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune dell’Ue, Catherine Ashton, che prende atto della decisione del ministro degli Esteri Giulio Terzi di non far tornare in India i due marò del San Marco. «Prendiamo atto – è scritto nella nota – della dichiarazione del ministro italiano degli Esteri dell’11 marzo», in India. Il comunicato prosegue sottolineando la speranza europea che si «possa arrivare a una soluzione» rispettando la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, e del diritto internazionale.
Leonardo Rossi
Marò: minacce del premer indiano.
Rischia l’espulsione l’ambasciatore italiano
13 Marzo 201349