Ancora un rinvio per il caso dei due Marò italiani. Si sarebbe infatti dovuto discutere prima dell’estate il ricorso contro la polizia investigativa indiana (Nia) dei due fucilieri di marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Questa la decisione della Corte Suprema indiana che ha spostato a dopo l’estate l’udienza dei militari, accusati di aver ucciso due pescatori indiani il 15 febbraio 2012 al largo delle coste occidentali dell’India. Il presidente della Corte Suprema Anil R. Dave ha voluto infatti dare la precedenza ai casi con pena di morte, a suo parere più “ugenti” del caso Marò.
Una decisione puramente tecnica, ha riferito Dave, che ha riguardato non solo il caso dei fucilieri di Marina italiani, ma tutti i 25 che dovevano essere discussi ieri. La notizia del rinvio è comparsa due sere fa sul sito web della Corte indiana, dove ai casi che si sarebbero dovuti discutere prima del mese di luglio se ne è aggiunto un altro: Stato dell’Uttar Pradesh e altri contro Neeraj Chaubey ed altri, in cui gli imputati sono passibili di pena di morte. Il giudice Dave ha deciso a questo punto di dare la precedenza all’esame di questa vicenda.
Immediate e durissime le reazioni del mondo della politica italiana sui social: “Un altro rinvio che mortifica la libertà dei nostri due concittadini e la dignità del nostro Paese”, ha twittato poco dopo la notizia la deputata di Forza Italia Annagrazia Calabria. Anche il presidente della commissione Difesa di Montecitorio, Elio Vito, ha commentato con rabbia e indignazione l’accaduto, chiedendo a gran voce il rientro immediato in Italia di Salvatore Girone. Il premio per il tweet più duro però va a Marco Scurria di FI: “La Corte indiana va in ferie e rinvia il ricorso dei Marò a luglio. Italia zimbello del mondo e per Renzi va bene così”. Ancora nessuna replica, invece, da parte del premier.