Se non puoi batterli, unisciti a loro. Sembra che negli ultimi giorni il sindaco di Roma abbia fatto suo questo mantra. Così, dopo aver dichiarato di essere favorevole alla liberalizzazione delle droghe leggere per uso personale e medico, ieri, 22 maggio, Ignazio Marino si è detto favorevole alla legalizzazione della prostituzione in alcune zone della Capitale per lo stesso principio: il proibizionismo non si è finora dimostrato efficace per il contenimento del fenomeno.
Durante una trasmissione su Radio Radio, il sindaco ha denunciato la situazione di illegalità dilagante in cui si trova la Capitale, di fronte alla quale il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, chiude gli occhi. “Io non posso combattere contro chi porta tonnellate di merce abusiva nella nostra città, c’è bisogno di un contrasto da parte delle forze dell’ordine, sia contro l’abusivismo, sia contro la prostituzione, sia contro lo spaccio”: dice Ignazio Marino, spiegando che, per contrastare il disagio gravissimo in cui si trovano alcuni quartieri, è favorevole al fatto che ci siano zone in cui la prostituzione è consentita e altre in cui invece non lo è. “Purtroppo non è una decisione che spetta al sindaco”, ha però dichiarato il chirurgo.
Come nel caso della frase a favore della liberalizzazione della cannabis, non sono tardati i commenti ironici dell’opposizione. Il consigliere comunale di Forza Italia, Giordano Tredicine, si è rivolto direttamente a Marino: “Scusi sindaco, quali sarebbero le fortunate zone della città che, se avesse facoltà di legiferare in tema di prostituzione, intenderebbe valorizzare disseminandone le strade di prostitute?”; mentre Dario Rossin, anche lui consigliere comunale FI, paragona il sindaco della Capitale a un hippy: “Dopo l’apertura alle droghe leggere, sì anche ai quartieri a luci rosse: il sindaco hippy Marino crede proprio di vivere in una comune”.
Corinna Spirito