Chi ha invitato il sindaco di Roma Ignazio Marino a Philadelphia per l’ottavo Meeting mondiale delle famiglie? Sul volo di rientro dalla città della Pennsylvania papa Francesco ha smentito pubblicamente che lui o gli organizzatori dell’evento abbiano richiesto la presenza del primo cittadino della Capitale: «Io non ho invitato il sindaco Marino, chiaro? E neppure gli organizzatori, ai quali l’ho chiesto, lo hanno invitato – ha risposto il pontefice romano a una domanda dei giornalisti – Lui si professa cattolico, è venuto spontaneamente».
Le assenze di Marino. Inevitabili le polemiche e le rinnovate accuse delle opposizioni di trascurare Roma e di essere sempre assente nei momenti salienti della vita della città, tanto più che la nuova trasferta americana di Marino segue di poche settimane le sue lunghe e contestate vacanze estive ai tempi del funerale show in stile “padrino” di Vittorio Casamonica e soprattutto della decisione del Consiglio dei ministri circa il possibile (ma poi rientrato) commissariamento per infiltrazioni mafiose della stessa amministrazione comunale. «Marino l’imbucato», ha rimbrottato il sindaco su twitter il suo predecessore Gianni Alemanno – indagato per associazione mafiosa nell’inchiesta “Mafia Capitale” – subito imitato dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e dal segretario leghista Matteo Salvini.
La risposta del Campidoglio. In serata è arrivata la risposta piccata di Ignazio Marino, che ha ricordato di essere stato invitato lo scorso giugno dal vescovo Charles Chaput e dal sindaco di Philadelphia Michael Nutter, come ringraziamento per aver favorito la visita di Francesco nella loro città, che avrebbe anche coperto le spese della trasferta. «Sono stufo di queste polemiche che vengono create ad arte per danneggiare l’immagine di Roma – ha affermato il primo cittadino della capitale in un video girato sull’aereo e pubblicato su facebook – Sono anche dispiaciuto che qualcuno abbia addirittura disturbato il santo padre per questi motivi: non si vuole vedere il lavoro di cambiamento nella nostra città oppure si vorrebbe fermarlo, ma fermarlo significa non danneggiare Ignazio Marino ma Roma». In realtà Marino si trovava negli Stati Uniti già da giorni – in particolare a New York, per cercare nuovi mecenati per le bellezze di Roma – e a Philadelphia ha fatto solo una breve tappa, tanto che il presidente nazionale e commissario romano del Pd Matteo Orfini lo ha difeso, affermando che «C’è un’esagerazione per qualunque cosa riguardi il sindaco», ma di certo la nuova polemica non ha rafforzato la sua traballante posizione, e tantomeno l’immagine della città alla vigilia dell’inaugurazione del Giubileo.
Alessandro Testa