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Marino apre alle unioni gay, scoppia la polemica. Dibattito in Consiglio il 25 settembre

di Cecilia Greco19 Settembre 2014
19 Settembre 2014

Gay-Pride-roma“Ho chiesto ai partiti politici e al presidente dell’Assemblea capitolina che si avvii il processo per il riconoscimento dei matrimoni contratti all’estero, sia di eterosessuali che di omosessuali perché penso sia una normale procedura di civiltà”. Questa la dichiarazione del sindaco della Capitale che ha scatenato l’accesa polemica con il Vicariato di Roma. Nelle parole apparse sul giornale della diocesi, Romasette.it, appare chiaro lo sdegno per l’iniziativa del primo cittadino. Il direttore Angelo Zema ha subito espresso il suo disaccordo affermando che:“la disciplina del matrimonio postula la diversità di sesso dei coniugi e le unioni omosessuali non possono essere ritenute eguali”, portare avanti questo progetto equivarrebbe a scavalcare le normative vigenti .
Dopo il gemellaggio con il Gay Pride di San Francisco e dopo la partecipazione a quello romano, il sindaco ha fatto un nuovo passo per i diritti delle coppie gay. E’ stata infatti fissata per il 25 settembre la discussione per la proposta che ha destato tanto scalpore. Il progetto, fortemente sostenuto dalla maggioranza di centrosinistra, deve ora fare i conti con l’opposizione.
“Solo il parlamento può approvare una legge che stabilisca il riconoscimento dei matrimoni eterosessuali e omosessuali contratti all’estero – ha affermato infatti Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma – in assemblea capitolina sarà durissima battaglia”.
Lo scontro, politico e ideologico, da Bologna – dove il prefetto, Ennio Mario Sodano, ha chiesto al sindaco,Virgino Merola, di annullare l’avvio alla registrazione delle coppie gay – si sposta a Roma.
Marino, dal canto suo, continua per la sua strada con il forte appoggio dell’organizzazione Lgbt che riunisce in sé la maggioranza dei movimenti promotori dell’uguaglianza delle persone omosessuali. Il presidente dell’Arcigay di Roma, Carlo Chiattelli, ha infatti sottolineato l’importanza dell’iniziativa considerandola “il messaggio più forte che la Capitale può dare alla politica perché approvi quanto prima la norma per riconosce le unioni per le coppie lesbiche e gay”.

Cecilia Greco

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