Un parco archeologico e un giorno a settimana dedicato all’ascolto dei cittadini e delle loro problematiche. Si apre con queste promesse la festa per la vittoria al ballottaggio (e il quinquennato) del neosindaco di Roma, Ignazio Marino.
Far rinascere Roma, ripartendo dal merito. “Abbiamo fatto una cosa bellissima tutti insieme”, dice il primo cittadino a proposito della sua elezione, “ma ora dobbiamo far rinascere Roma”. “Abbiamo davanti cinque anni difficili, durante cui dobbiamo fare delle scelte giuste”, ha ammesso, annunciando la sua ricetta per il successo capitolino: “dobbiamo cancellare la cultura del privilegio e degli amici”. Parole di cui si sente pesante l’eco, dopo l’ondata di polemiche nata dall’assegnazione last minute da parte dell’ex sindaco, Gianni Alemanno, di incarichi presso aziende controllate dal Comune a due assessori e all’ex vice capo di gabinetto, Giammario Nardi e consorte. Marino, che ha annunciato di voler “partire da questo palazzo” per dare vita a un cambiamento meritocratico, ha anche dichiarato che “sceglieremo le persone più competenti” per la costituzione della nuova giunta e “attribuiremo responsabilità ai funzionari più esperti che sono già dipendenti del Campidoglio, in modo tale da non avere consulenze esterne”. Giù gli applausi dei presenti, un centinaio tra rappresentanti e militanti del partito, i romani del movimento Salvaciciclisti e l’antiberlusconiana Annarella.
Spirito green e filo diretto con i cittadini, le scommesse di Marino. E’ ancora in Piazza del Campidoglio che Marino presenta l’ambizioso progetto di costruire un nuovo parco archeologico, il “più grande della terra e pedonalizzare i Fori Imperiali. Ci saranno tante discussioni ma noi lo faremo per l’orgoglio dei romani”. A loro, promette anche di passare “un giorno della settimana ad ascoltare le persone, soprattutto in periferia” per venire a conoscenza dai diretti interessati di “tutto ciò che non va”. Ma ad una condizione: “dovete portarmi anche un’idea per risolvere i problemi”.
Anna Serafini
