Tre imprenditori, titolari di due società che lavorano in subappalto all’interno della Fincantieri di Marghera, sono stati iscritti sul registro degli indagati per estorsione. Si tratterebbe di tre fratelli bengalesi che avrebbero costretto i propri dipendenti a lavorare tredici ore al giorno per cinque euro l’ora.
L’indagine, coordinata dal procuratore vicario di Venezia Adelchi d’Ippolito, è cominciata dopo una serie di denunce presentate ai carabinieri e alla guardia di finanza da alcuni dipendenti delle due aziende, anche loro originari del Bangladesh.
Dagli accertamenti degli investigatori è emerso che gli operai erano costretti a lavorare fino a tredici ore al giorno a paghe bassissime. Le ferie e le malattie non erano pagate. I titolari delle due società, inoltre, avrebbero preteso indietro parte degli stipendi ogni mese minacciando i dipendenti di licenziarli o di non assumerli.
La settimana scorsa sono state effettuate perquisizioni nelle sedi delle due aziende, in un garage e negli uffici dei commercialisti delle due società, con l’acquisizione di documenti contabili che dovranno essere analizzati. Sarebbero già state riscontrate incongruenze tra i dati presenti nelle buste paga e le ore di lavoro effettivamente svolte. Anche l’Ispettorato del Lavoro sta analizzando la documentazione.