Le correzioni sulla manovra italiana che più stanno a cuore alla Ue si concentreranno principalmente sulla questione della quota 100 per le pensioni. Sembra ormai certo, infatti, che a differenza del reddito di cittadinanza, l’altra misura presa a simbolo delle riforme dal governo gialloverde, la previdenza potrebbe trovare definizione concreta già dalla Manovra per il 2019.
La Commissione ha chiesto al nostro governo di rivedere i piani previdenziali per evitare uno sforamento eccessivo del debito pubblico. Secondo quanto riportato dal Sole 24 ore, Il “pacchetto pensioni”, da tradurre in un emendamento alla manovra, è pronto e poggia su quota 100 in una versione ponte per i prossimi tre anni, in vista dell’introduzione dal 2022-23 di quota 41 per tutti. Si tratta di una misura strutturale per permettere ai lavoratori che hanno iniziato a versare contributi 12 mesi prima del compimento dei 19 anni di età.
Prevista anche una proroga di “opzione donna” per un anno (e non più tre). Confermato il non adeguamento alla speranza di vita dei requisiti per l’uscita anticipata con 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini. Dal prossimo anno scatteranno i 67 anni per la pensione di vecchiaia anche per i dipendenti pubblici, un provvedimento che durerà per almeno cinque anni se saranno confermate le attuali stime dell’Istat sulle speranze di vita.
Intanto il ministro dell’economia, Giovanni Tria, che si trova a Buenos Aires per il G20, al termine dell’incontro con il commissario europeo per gli affari economici Pierre Moscovici si dice fiducioso per quanto riguarda la procedura di infrazione: “L’incontro con Moscovici è stato cordiale, stiamo discutendo, l’obiettivo è evitare la procedura d’infrazione. Io sto portando la linea del governo che è quella di cercare una soluzione”.