Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, ha risposto alla lettera di ottobre della Commissione europea, inoltrandole la versione rivista del Documento Programmatico di Bilancio 2019, previa approvazione del Consiglio dei ministri. Il titolare del Mef ha allegato al testo una lettera che ne illustra strategia e contenuti.
La Commissione aveva definito la manovra proposta dal governo “incompatibile con il calo del debito”, mentre la previsione di bilancio per il 2019 era “in netto contrasto con l’aggiustamento di bilancio raccomandato dal Consiglio”. Per l’Ue quel piano economico era “incompatibile con la necessità di ridurre in maniera risoluta il rapporto debito/PIL dell’Italia”.
La manovra non è sostanzialmente cambiata ma la lettera del ministro Tria di accompagnamento al Documento smentisce le previsioni della Commissione sull’innalzamento del debito italiano e definisce il livello del deficit al 2,4% del Pil per il 2019 come “limite invalicabile”.
Eccone alcuni stralci: “La manovra consentirà di conseguire un tasso di crescita superiore a quello tendenziale e di recuperare parzialmente il divario rispetto agli altri Paesi europei”. E ancora, “il governo conferma l’impegno a mantenere i saldi di finanza pubblica entro la misura indicata nel documento di programmazione, rispettando le autorizzazioni parlamentari”.
Un passaggio chiave è legato infine alle privatizzazioni: “Tenuto conto di tali introiti e del loro impatto anche in termini di minori emissioni di debito sul mercato, e quindi minori interessi, la discesa del rapporto debito-pil sarebbe ancora più marcata e pari a 0,3 punti quest’anno, 1,7 nel 2019, 1,9 nel 2020, 1,4 nel 2021 portando il rapporto dal 131,2% del 2017 al 126,0 del 2021”. Adesso si attende la replica dell’Ue.