Per la Legge di Bilancio 2022 serve più tempo. È stato rimandato a questo giovedì il Consiglio dei ministri – inizialmente previsto per domani – che tenterà di approvare il testo della manovra da 23,4 miliardi. Le prossime ore saranno fondamentali per trovare un accordo, con la maggioranza e le parti sociali, sui nodi ancora da sciogliere, a partire dal meccanismo per superare Quota 100. Su quello che è probabilmente il fronte più caldo della manovra è scontro tra Lega e Partito Democratico, con il “no” secco di Enrico Letta al sistema delle Quote, fortemente voluto invece dal Carroccio.
“L’obiettivo è non tornare alla Fornero”, ha chiarito Claudio Durigon, responsabile del dipartimento Lavoro della Lega, ribadendo l’apertura a una trattativa con l’esecutivo. Ma per il segretario del Pd è necessario intervenire con un meccanismo flessibile che tuteli lavori gravosi e donne perché chi ha usufruito di Quota 100 “ha avuto un vantaggio ed è contento ma per l’80% sono uomini”. Intanto l’esecutivo ha respinto la proposta di Salvini di applicare Quota 102 per due anni, perché creerebbe uno scalone, e si starebbe lavorando su un meccanismo con età fissa di uscita a 64 anni fino al 2024 e contributi crescenti.
Tra i temi più discussi anche quello dei bonus per le ristrutturazioni e la riqualificazione energetica degli edifici. La discussione è aperta sul Superbonus al 100% prorogato fino al 2025 solo per i condomini, mentre per le case unifamiliari scadrà il 30 giugno 2022. E ancora, sul tavolo il taglio delle tasse per un valore di otto miliardi, con il “no” di Draghi e del ministro dell’Economia Franco sul possibile aumento dello stanziamento destinato al taglio fiscale. Al vaglio anche la riconferma del Reddito di cittadinanza. Il sussidio statale è la misura che il Movimento Cinque Stelle continua a difendere, ma Franco chiede criteri più stringenti sulla concessione del Reddito e il rafforzamento dei controlli.