Arriverà una lettera. Questa la forma scelta dalla Commissione Europea per esprimere all’Italia e al governo Renzi i propri dubbi sulla Manovra di bilancio, inviata alla mezzanotte di martedì 18, per un ammontare di 27 miliardi totali. A quanto pare il documento non si allinea precisamente alla Legge di Stabilità europea. “Ormai queste lettere sono fisiologiche” dice il premier Renzi , ospite della trasmissione In mezzora di Lucia Annunziata, aggiungendo che questa lamentela non è ancora una stroncatura definitiva. Quella, probabilmente, arriverà dopo il referendum.
Non è tanto l’aumento del deficit nominale, che arriva al 2,3% (era previsto all’1,8%), che anche Renzi definisce irrisorio, ad allarmare; piuttosto è quello strutturale, che passa dall’1,2 al 1,6% ad impensierire Bruxelles. La Manovra chiede fondi per Casa Italia, non solo al fine di finanziare la ricostruzione dei comuni terremotati, ma soprattutto per migliorare sul campo preventivo. L’Europa, tuttavia, giustifica solo la prima motivazione come emergenziale, sebbene Renzi ricordi che “tre terremoti in sette anni sono un’emergenza”.
Sul versante delle entrate, la UE è preoccupata dalla visione ottimistica della Manovra (che prevede una crescita del Pil dell’1%) e dalle troppe misure una tantum che dovrebbero giustificarla, che non possono essere considerate una solida garanzia per la crescita economica italiana. Si tace inoltre, preventivamente, sui 3,8 miliardi richiesti da Renzi per fronteggiare l’emergenza migranti, dei quali solo 500 milioni sono pronti ad essere concessi dall’UE. Una cifra irrisoria se si pensa che “l’Italia, lo ha deciso il governo Monti, dà all’Europa 20 miliardi di euro e ne riprende solo 12” – ricorda Renzi – “Noi all’Europa diciamo: chi prende i soldi si deve prendere anche i migranti. Siamo impegnati in una battaglia storica.”
Ulteriori polemiche si accendono per la data di presentazione della Legge di Bilancio, che doveva essere il 20 ottobre. Renzi fa spallucce: “l’anno scorso l’abbiamo mandata 10 giorni dopo, entro questa settimana sarà in Parlamento”. Renzi vede nell’approvazione delle riforme, con l’aiuto anche dell’opposizione, la vera chiave per garantirsi una reputazione solida in Europa. Non resta che aspettare la missiva, sperando che almeno questa non tardi.