Sono giorni fondamentali per la manovra che definirà il piano economico del nuovo governo, con l’Unione europea che ha manifestato dubbi sulla prima bozza prodotta dall’esecutivo giallorosso.
Proprio all’interno della legge di bilancio è previsto l’obbligo del Pos ai commercianti, con importanti pene pecuniarie in caso di mancato adeguamento. Confesercenti è intervenuta sul tema, stimando che, in un Paese con i consumi quasi fermi, l’imposizione di accettare carte di credito e bancomat costerà oltre due miliardi di euro alle piccole e medie imprese.
Dall’assemblea di Roma è emerso un chiaro rifiuto alla “patente di potenziali evasori” e a misure come l’obbligo di inserire il codice fiscale negli scontrini dei bar. “L’evasione si combatte con la web tax e il collegamento fra banche dati, che oggi non comunicano”, ha spiegato la presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise, nella sua relazione.
“Non vogliamo punire o criminalizzare nessuno, l’obiettivo è semplicemente premiare la diffusione di strumenti digitali di pagamento”, ha assicurato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, agli imprenditori. Mentre il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio, ha invitato a usare l’innovazione digitale “per un’efficace azione di contrasto a contraffazione ed economie parallele”. Invece il viceministro per l’Economia, Alberto Misiani, si è impegnato per l’abbassamento delle commissioni sui Pos e l’azzeramento per le microtransazioni.
Da parte di Confesercenti è arrivata una richiesta chiara: varare la web tax per essere pionieri in Europa. Amazon, Google, Instagram, Facebook e Twitter hanno versato in Italia nell’ultimo anno lo 0,01% delle imposte delle società nel nostro Paese. Inoltre Facebook, nel 2017, ha pagato appena 120mila euro di tasse, più o meno quanto versa un albergo di medie dimensioni.