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Pensioni a quota 100
e reddito di cittadinanza
i cardini della manovra

La flat tax limitata alle partite Iva

governo ancora a caccia delle risorse

di Christian Dalenz24 Settembre 2018
24 Settembre 2018

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte (s) e il ministro dell'Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri sul decreto legge "Milleproroghe" presso la sala stampa di Palazzo Chigi. Roma, 24 luglio 2018. ANSA/CLAUDIO PERI

La manovra della discordia sta arrivando. Il 27 settembre sarà pubblicata la nota di aggiornamento al Def.  Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, cerca di fare il possibile per resistere alle pressioni dei partiti di governo e di non superare il deficit all’1,6%, che rappresenta comunque un aumento rispetto allo 0,8% stabilito nel Def stilato dall’ex titolare del suo Ministero, Pier Carlo Padoan.

Pensioni a quota 100.
La legge Fornero verrà ritoccata perché si possa andare in pensione anche prima dell’età da essa stabilita, purché la somma di età e anni di contributi raggiunga quota 100. Si dovrà avere però come minimo 62 anni e 36 anni di contributi. Le combinazioni possibili saranno dunque 62+38; 63+37; 64+36. Costo: 8 miliardi il primo anno, 16-17 a regime.

Reddito di cittadinanza.
Il M5s spinge perché si eroghi già a partire da gennaio 2019 una pensione minima di 780 euro, e da marzo un reddito minimo per disoccupati e poveri che integri, fino alla stessa cifra, quello già percepito. Costo: 10 miliardi.

Fisco.
Per il 2019 si prevede di introdurre la flat tax solo per le partite Iva e le piccole imprese individuali. Possibili anche l’eliminazione di un’aliquota Irpef e una diminuzione dell’Ires dal 24 al 15% per le imprese che reinvestono gli utili. Si punta anche a rottamare multe, cartelle, contenziosi tributari: l’ormai nota “pace fiscale”.

Le risorse.
Allo studio varie misure per riuscire a garantire queste promesse. Si ipotizza la copertura delle pensioni con il sistema contributivo per i versamenti post-riforma Dini, di porre una penalizzazione per ogni anno di pensionamento anticipato, di tassare di più l’estrazione di petrolio e settori economici che producono inquinamento.

Ma è soprattutto sull’aumento del deficit che si gioca la partita. Nell’intervista pubblicata oggi sul “Fatto Quotidiano”, il vicepremier Luigi Di Maio ha glissato sulle domande sul tema, ricordando però l’alto rapporto deficit/Pil raggiunto dal Portogallo. Financial Times e Carlo Cottarelli si esprimono contro un aumento delle spese rispetto alle entrate. Proprio sulla manovra è in corso un vertice a Palazzo Chigi tra il premier Giuseppe Conte e i ministri Giovanni Tria e Paolo Savona.

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