Il Ministero dell’economia e delle finanze ha smentito i tagli al fondo per persone con disabilità che oggi veniva prospettato in prima pagina da “Il Fatto Quotidiano“. Il sottosegretario al Mef, Federico Freni, ha smentito che la riduzione fosse peraltro legata al taglio delle bollette: “Non è previsto alcun taglio al fondo per le persone con disabilità. Anzi, in occasione del ddl di Bilancio, il fondo destinato all’esercizio della delega in materia di disabilità è stato incrementato di altri 200 milioni dal 2023 al 2026”.
Il governo ha approvato, lo scorso 9 dicembre, un testo che prevede per l’anno prossimo 1,5 miliardi per la decontribuzione. Tutto ciò porta a 3,8 miliardi la quota per calmierare gli aumenti delle bollette energetiche per proteggere dai rincari soprattutto le famiglie più fragili. Nomisma ipotizza infatti per il prossimo trimestre un aumento del 17% della luce e del 50% del gas. Per cui, calcola l’Unione Nazionale Consumatori, per una famiglia media scatterebbe un rialzo rispettivamente di 136 e 679 euro, in totale 815 euro sul costo annuo.
Anche il segretario della Lega, Matteo Salvini, è intervenuto su Italia7Gold sul presunto taglio al fondo disabilità definendolo “una fesseria, non corrisponde al vero”. Quei 200 milioni andranno utilizzati, ha ribadito, per sole esigenze contabili perché “il fondo disabilità non poteva spenderli entro la fine dell’anno e sarebbero sfumati”. Salvini ha confermato che il centrodestra si sta muovendo compatto proprio “a partire dalla manovra”.
Sulle misure economiche si è espresso anche il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, dicendo che la misura deve incidere di più sul turismo e fare fronte al rincaro delle bollette oltre che rimodulare il fisco. Gli interventi in materia di Irpef e Irap sono da considerarsi come “una prima tappa del processo di riduzione della pressione fiscale”. Sangalli si dice preoccupato da inflazione e aumento del costo delle bollett. Sulla riforma degli ammortizzatori sociali “bisogna trovare soluzioni compensative per attenuare l’incremento della contribuzione dei nuovi ammortizzatori”. Per il presidente di Confcommercio “parliamo di circa 900 milioni di euro annui a carico del terziario di mercato”.