Continua il braccio di ferro politico sulla manovra. Il governo non ha ancora trovato un’intesa sugli emendamenti alla legge di Bilancio, mentre il tempo a disposizioni per approvare il testo è sempre meno.
Il leader di Italia Viva Matteo Renzi non intende fare passi indietro: “Le tasse contro la plastica e lo zucchero funzionano mediaticamente per i populisti ma sono un autogol per le aziende e rischiano di far licenziare 5.000 persone”. Poi, in diretta tv, ha previsto una possibilità di una crisi del Governo pari al 50% dicendo che ”litigano su tutto, ci sta che si voti”.
Il premier Giuseppe Conte, che nella serata di ieri ha chiesto un ulteriore sforzo al Mef e alla Ragioneria per diminuire la tassazione, ha definito Renzi un ”pessimista cosmico”.
Poi c’è Luigi Di Maio, che in mattinata ha detto la sua attraverso i microfoni di Radio Capital: “Vedo un continuo complottismo nei nostri confronti. Scrivono che Di Maio vuol far cadere il governo. Sono tutte sciocchezze”. Poi il messaggio a Zingaretti: “Perché non mi fa una telefonata invece di usare Repubblica, senza alcuna offesa per il giornale? Non ci sono problemi quando dobbiamo coordinare le azioni di governo, un po’ meno, invece, quando si utilizzano le lettere per cercare di parlarci”.
Sulla manovra il presidente della commissione Bilancio Claudio Borghi ha chiesto che le prerogative della Camera siano rispettate, augurandosi che il governo “non voglia procedere con un maxi emendamento al Senato, chiudere lì il testo e farlo arrivare qui con la fiducia. Se succedesse non ci sarebbero precedenti e allora altro che l’intervento della Consulta dell’anno scorso”.
Intanto diverse fonti affermano che nella mattinata di oggi, durante il vertice di palazzo Chigi, Pd e Iv siano tornate a scontrarsi in merito alla reperibilità e l’utilizzo di ulteriori risorse (circa 500 milioni di euro). La riunione si è chiusa in maniera burrascosa, con i renziani che hanno lasciato prima il tavolo perché – spiegano – Luigi Marattin doveva andare a votare alla Camera.
Italia Viva ha accusato i Dem di ostacolare la proposta di cancellazione delle microtasse per non fare un favore a Matteo Renzi; i Dem invece ribattono che solo grazie a loro si sono trovati 23 miliardi per il taglio dell’Iva e 3 miliardi per tagliare le tasse ai lavoratori e affermano “Italia Viva ai lavoratori italiani preferisce le multinazionali delle bibite gassate, come la Coca Cola. Non vuole diminuire le tasse sul lavoro ma pensa solo a togliere la sugar tax, per favorire società per azioni che non hanno sede neanche in Italia”.
Il premier Conte infine, durante il vertice di stamane, ha insistito sulla volontà di diminuire la tassazione: “Abbassare le tasse in modo significativo è quel che conta. Un ulteriore sforzo va fatto in questa direzione”.