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Manovra, dote da 14 miliardi
Il deficit sale al 5,3%
a causa del Superbonus

Bonomi (Confindustria): "Sarà banco

di prova del governo Meloni"

di Silvia Longo28 Settembre 2023
28 Settembre 2023

Il ministro dell' economia e delle finanza alla conferenza stampa al termine del Cdm a Palazzo Chigi, Roma, 27 settembre. Foto Ansa/ Angelo Carconi

ROMA – Via libera alla Nota di aggiornamento al Def (Documento di Economia e Finanza) approvata nella serata del 27 settembre dal consiglio dei ministri. Dai numeri della Nota, che fa da base per la legge di Bilancio, si ricava che sarà, in termini di risorse, la manovra più piccoli degli ultimi dieci anni. Una manovra da 21-25 miliardi e che prenderà forma grazie a un cospicuo indebitamento.

L’indebitamento nel 2024 passerà dal 3,6% al 4,3% rendendo disponibili 0,7 punti cioè circa 14 miliardi di deficit. Un rapporto deficit-Pil che schizzerà alle stelle arrivando al 5,3% per effetto della contabilizzazione del Superbonus edilizio. Il titolare del Mef, Giancarlo Giorgetti, imputa proprio ad esso “la difficolta di fermare la progressione del deficit e l’impossibilità di mobilitare maggiori risorse per la prossima manovra”. Il contesto è quello di un’economia in frenata con il Pil che scende allo 0,8% nel 2023 e stimato all’1,2% nel 2024.

Il tratto distintivo della manovra sarà, invece, il taglio del cuneo fiscale per i redditi medio-bassi il cui costo è di circa 10 miliardi.  Confermata la riduzione dell’Irpef, la proroga di Quota 103 cioè andare in pensione con 62 anni di età e 41 di contributi, lo smart working nella Pa prorogato per altri tre mesi per i “fragili” e il  rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici, a partire dalla sanità.

Intanto, il presidente di Confindustria Carlo Bonomi rilascia un’intervista al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz) dove sostiene che “la manovra sarà il grande banco di prova del governo Meloni”. Giusta, a suo parere, poi, la scelta di limitare il sussidio statale per l’edilizia abitativa. Più critica la posizione sul continuo rialzo dei tassi d’interesse operato sia dalla Bce che dalla Fed. È un errore gigantesco – commenta il leader di Confindustria – giudicare l’inflazione un fenomeno del tutto temporaneo.

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