Nuovi numeri e nuova manovra dopo l’accordo con l’Unione europea. I 9 miliardi del reddito di cittadinanza scendono a 7,1 (centri per l’impiego compresi). Le risorse per quota cento pagano invece un prezzo più alto: da 6,7 a 3,9 per il 2019. Poi i fondi saliranno da 7 a 8,3 miliardi nel 2020, 8,6 nel 2021 e 8,1 nel 2022. Imposto un fondo di 2 miliardi non spendibili che sarà preso dalle rimanenti risorse di circa 11 miliardi destinati a reddito e pensioni. Se a metà del prossimo anno il deficit sforerà gli obiettivi prefissati, il fondo non potrà essere speso.
Novità anche per quanto riguarda gli investimenti. Tagliati 3 miliardi, con riduzione di 600 milioni alle Ferrovie, tagli al fondo sviluppo-coesione e al fondo di cofinanziamento nazionale. La carta delle dimissioni viene ridimensionata a 950 milioni rispetto ai 2 miliardi previsti e i proventi vanno a diminuzione di deficit e debito.
Rilanciata la web tax. La nuova misura con aliquota al 3% sui ricavi dovrà essere versata entro il mese successivo a ciascun trimestre. Verrà applicata ai soggetti che prestano servizi digitali e che hanno un ammontare complessivo di ricavi non inferiore a 750 milioni e ricavi derivanti dalla prestazione di servizi digitali non inferiore a 5,5mln di euro. Taglio per tre anni dell’adeguamento delle pensioni oltre i 1.522 euro al mese: la riduzione maggiore, fino al 60%, scatta per gli assegni oltre i 4.566 euro. L’indicizzazione piena ci sarà solo per le pensioni fino a 1.522 euro, poi sono previste sei fasce di tagli.
Aumenta l’Iva per 23 miliardi nel 2020 e quasi 29 (28,75) nel 2021 e nel 2022. La relazione tecnica spiega che, senza interventi, l’aliquota ridotta del 10% passerebbe dal 2020 al 13%, mentre l’aliquota ordinaria oggi al 22% passerebbe nel 2020 al 25,2% e nel 2021 al 26,5% nel 2021.
Stanziati 800 milioni di euro per il 2019 e 900 milioni per 2020 e 2021 per realizzare interventi contro il dissesto idrogeologico. Alla copertura degli oneri si provvede tramite la riduzione del Fondo per gli investimenti delle amministrazioni centrali.
Perdono la tassazione agevolata anche parrocchie, case per anziani e cinema: pagavano il 12 invece del 24%. Così si ricavano 118 milioni.