Ci siamo quasi. La manovra bis sta prendendo forma e lo spettro della procedura d’infrazione sembra allontanarsi. Decisivo il vertice di questa notte alla presenza del premier Giuseppe Conte, i due vice Matteo Salvini e Luigi Di Maio, il titolare del Mef Giovanni Tria, il ministro Riccardo Fraccaro e i viceministri al Mef Laura Castelli e Massimo Garavaglia. Secondo fonti di Palazzo Chigi, le coperture per arrivare al 2,04 del deficit/Pil ci sono. Le risorse che mancano (circa 3 miliardi) sarebbero state trovate, tra l’altro, nelle pieghe del bilancio dello Stato.
Il capo del governo avrebbe invitato entrambi i leader politici a fare alcuni passi indietro sui loro provvedimenti chiave, reddito di cittadinanza e quota 100, per trovare le coperture richieste da Bruxelles ed evitare la procedura d’infrazione. Il testo uscito dal vertice dovrebbe garantire il deficit del 2,04 previsto per il 2019.
LE NOVITA’:
• Il Reddito di cittadinanza è previsto a partire da aprile e con un investimento di 7,1 miliardi di euro per il 2019 (e non i 9 previsti inizialmente).
• Ridotto il budget per la Quota 100 a 4,7 miliardi (e non più a 6,7)
• Taglio fino al 40% alle pensioni d’oro, tema caro al M5S, in favore del progetto “opzione donna” e dei fondi per le metro e le buche di Roma.
• L’Ecotassa non colpirà le auto utilitarie ma soltanto quelle di lusso (Porsche e Suv) con un bonus fino a 6mila euro per le elettriche e le ibride
• Aliquota al 7% per i pensionati residenti all’estero che decideranno di trasferirsi nel Sud Italia, sul modello portoghese.
• Via libera del governo anche sul taglio dei premi Inail (per un totale da 600 milioni)
• Innalzamento della soglia degli appalti diretti dai sindaci da 40mila a 200mila euro, norma voluta dalla Lega
• Mantenimento del Bonus Cultura non più applicabile a concerti e cinema.
Sconvocata e posticipata a domani mattina la commissione Bilancio del Senato, dove avverrà l’esame degli emendamenti. L’Aula potrebbe quindi riunirsi e discutere il provvedimento economico tra giovedì e venerdì. L’Europa aspetta.