MANILA – Una città divisa tra i fedeli dell’ex presidente Rodrigo Duterte e i sostenitori della Corte penale internazionale. Numerosi motociclisti sfilano per le vie della capitale chiedendo di riportare nelle Filippine l’uomo su cui pende l’accusa di crimini contro l’umanità, ora detenuto in Olanda. Accusa basata sulla spietata campagna per contrastare il narcotraffico che avrebbe favorito numerose esecuzioni extragiudiziali.
Il giorno successivo, 17 marzo, le stesse strade sono calcate da cittadini che chiedono all’attuale governo di riattivare gli accordi con il tribunale dell’Aia, interrotti nel 2019 durante il regime. Già nei giorni precedenti, alcuni membri di una confraternita studentesca hanno fatto del loro corpo un messaggio, spogliandosi per esortare il popolo a votare con saggezza durante le prossime elezioni che si terranno a maggio e a favorire l’impeachment dell’attuale vicepresidente, Sara Duterete, figlia di Rodrigo.
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