HomeCronaca Manifestazione pacifica a Roma dei Movimenti per la Casa. E a Milano Renzi contestato

Manifestazione pacifica a Roma dei Movimenti per la Casa. E a Milano Renzi contestato

di Flavia Testorio13 Maggio 2014
13 Maggio 2014

Acampada
Nessuno scontro a Roma alla manifestazione di ieri dei Movimenti per il diritto all’abitare. I dimostranti hanno occupato con una “acampada” via dei Fori imperiali controllati, a 20 metri di distanza, da un plotone antisommossa della polizia. A Milano, invece, questa mattina il premier Matteo Renzi è stato accolto alla sede di Expo dalle contestazioni di un gruppo di attivisti dei comitati per la casa.

La manifestazione.  “Roma si barrica/qui non si sgombera/noi restiamo qua”. I manifestanti hanno mantenuto la promessa. Fino alle undici di sera le tende degli occupanti dei movimenti per il diritto all’abitare restano fisse davanti il Vittoriano. Una “acampada” per chiedere il blocco del jobs act di Renzi, del salva-Roma e l’abolizione dell’articolo cinque del decreto Lupi. “Vorremmo che Marino – ha spiegato Luca Fagiano, il leader del Movimento – prendesse una posizione chiara sul decreto Lupi, in primis sull’articolo 5 che prevede il taglio all’erogazione di elettricità nelle case occupate e non pone nessun blocco degli sfratti”. Una battaglia da tempo portata avanti dal Coordinamento Cittadino di lotta per la casa, il primo movimento autorganizzato che, attraverso l’occupazione delle case sfitte, vuole garantire a tutti il diritto abitativo. La protesta è stata interpretata con ironia da una donna che, durante la manifestazione, ha sfilato al fianco di famiglie, bambini, italiani ed extracomunitari travestita da Cappuccetto Rosso con al collo appeso un cartello “attenti a Lupi”.Solo una bandiera no Tav e una maschera di “Guy Fawkes” ma, nonostante i dimostranti abbiano dichiarato più volte di non riconoscersi in nessun partito, a trainare il corteo anche bandiere di Rifondazione Comunista. Qualche fumogeno, le note di “bella ciao” ma nessuno scontro, come invece si temeva. L’obiettivo dichiarato era di raggiungere il Campidoglio, ma non appena arrivati a piazza Venezia gli attivisti sono stati bloccati da un plotone dei carabinieri in assetto antisommossa.

Contro i pronostici. Il timore iniziale di un possibile ripetersi dello scenario degli scontri del 12 aprile scorso è stato fortunatamente disatteso. I manifestanti restano a 20 metri di distanza dai carabinieri e dopo qualche coro di protesta – che ha creato minuti di inquietudine – è stato chiaro che non era loro intenzione sfondare la cintura. Con un gesto quasi contemporaneo i movimentisti hanno alzato le tende da campeggio e i carabinieri hanno abbassato gli scudi. Attraverso l’improvvisata tendopoli, ad un mese di distanza dagli eventi di Via Veneto, i movimenti per la casa si sono così liberati dell’immagine violenta che era stata associata loro dai media. “Questa è una mobilitazione di massa, pacifica, autorevole e con le idee chiare” ha dichiarato un esponente del Coordinamento, mentre alle sue spalle i dimostranti si accampavano e ballavano musica reggae.

L’incontro delegazione-comune. Pochi minuti dopo aver allestito l’accampamento una delegazione di dimostranti è stata ricevuta in Campidoglio dal vicesindaco Nieri, dall’assessore Ozzimo e dai capigruppo di Pd e Sel, D’Ausilio e Peciola. “Il Comune ha promesso di mettere a disposizione dell’emergenza abitativa nuove scuole e spazi pubblici – ha dichiarato il rappresentate del Movimento al ritorno dall’incontro – e il Pd ha dato la disponibilità a discutere il mercoledì alla Camera della decisione (prevista dall’articolo 5 del decreto Lupi) di non allacciare le utenze agli occupanti”. Intanto era arrivata anche la sollecitazione da parte della prefettura di smantellare la “acampada”. Dopo una breve discussione tra i capigruppo dei Movimenti, tra la delusione di alcuni, la richiesta è stata accolta. Alle 23 di sera i manifestanti hanno cominciato a smontare le tende, ottenendo in cambio il via libera a manifestare oggi davanti il Senato dove si discuterà il decreto del ministro delle infrastrutture tanto contestato.

Silvia Renda

Flavia Testorio

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