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Ancora maltempo a Roma e nuovi danni. La procura apre un’inchiesta

di Federico Capurso17 Giugno 2014
17 Giugno 2014

maltempo-roma-ignazio-marinoLe previsioni meteorologiche non sembrano dare tregua alla città di Roma, né all’amministrazione capitolina: previsti temporali fino a giovedì. L’attesa per tornare alla normalità, però, potrebbe durare anche più di qualche giorno, come ammette il sindaco Ignazio Marino rispondendo alle accuse di immobilismo lanciate dall’opposizione. «In questo momento – chiarisce il primo cittadino – il ragionamento che stiamo facendo sul bilancio e sul piano di rientro è strettamente legato ai disagi che i cittadini devono purtroppo sopportare per il maltempo. Azioni come allacciamenti fognari, pulitura delle calditoie e altre azioni di manutenzione possono essere intraprese non appena il bilancio sarà approvato ed è per questo che io chiedo di arrivare al voto in aula già da aprile. È importante che ci si arrivi perché dobbiamo iniziare un piano di manutenzione ordinario e straordinario». Insomma, «senza bilancio approvato e allentamento del Patto di Stabilità, non possiamo aprire i cantieri».
La Protezione civile è al lavoro da tre giorni, con oltre 170 interventi nella sola giornata di domenica di cui 90 per l’allagamento di strade e aree della città, 3 per frane e 76 finalizzate alla rimozione di tronchi d’albero. Ad oggi, il numero di operazioni di manutenzione straordinaria è arrivato a toccare quota 400, le strade chiuse al traffico sono ancora più di 40 (tra Roma e hinterland), e l’acqua è arrivata anche negli ospedali, fin dentro il reparto di rianimazione del San Camillo.
La situazione, che solo con molta fantasia può essere esclusivamente imputabile alle tre bombe d’acqua di domenica e alle minori precipitazioni dei due giorni successivi (che hanno provocato complessivamente 55 millimetri di pioggia – un numero lontano dal codice rosso), ha spinto la Procura ad aprire un’inchiesta che per ora rimane senza ipotesi di reato, né indagati. Le indagini saranno gestite dal procuratore aggiunto Roberto Cucchiari e seguite dal pool di magistrati per l’incolumità pubblica, sulla scia delle precedenti inchieste del 2013 sugli analoghi allagamenti al Torrino e a Prima Porta.
Il profilo Twitter di Ignazio Marino, intanto, è muto da giorni. Solo qualche informazione sulle stazioni delle metropolitane riaperte dopo l’inondazione – inoltrata dal profilo dell’Atac – e poi il silenzio. D’altronde, affrontare la tempesta scatenata sui social network dai cittadini romani appare impresa ben più ardua. Ai più torna alla memoria il tweet elettorale del sindaco risalente a poco più di un anno fa, con il quale si annunciava: «Pronto il piano di vera pulizia dei tombini. Lavoriamo perché un acquazzone non metta in ginocchio la città». Altri si chiedono «quanto costa un nuovo Mose per Roma?», o rimodulano, in chiave mondiali: «Il delirio non è al Maracanà, ma sulla metro A».

Federico Marcello Capurso

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