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HomePolitica Malgeri a Lumsanews: “Germania indispensabile nell’asse Roma-Parigi”

“Senza la Germania
un asse Roma-Parigi
sarebbe impossibile”

Il Professor Malgeri a Lumsanews

“Primo PD di Renzi simile a En Marche”

di Alessio Foderi26 Ottobre 2017
26 Ottobre 2017

Secondo lei, come la Francia di Macron guarda ad un futuro europeo con l’Italia?

Il programma europeo che Macron ha illustrato alla Sorbona a fine settembre si muove nella logica dell’Europa a più velocità, cioè di un modello integrativo che impegnerebbe un’avanguardia di paesi sulla strada di un maggior livello di unificazione. In questo quadro, il ruolo dell’Italia risulterebbe di un certo rilievo ed il nostro Paese è un partner su cui la Francia avrebbe interesse a fare affidamento, specie alla luce delle difficoltà in cui si dibatte, al momento, la politica interna tedesca. Non mancano infatti elementi di sintonia.

Quale forza politica italiana è secondo lei più affine a “La République en Marche”?

I maggiori punti di contatto mi sembrano riscontrabili nel primo PD renziano. In particolare il proporsi come forza politica di centro inclusiva, non ideologica, molto pragmatica che ha cercato di parlare con le diverse componenti della società proponendo un progetto di modernizzazione del Paese nonché di riforma delle regole di funzionamento dell’Unione Europea. Una prospettiva strategica che, nel caso italiano, non è riuscita pienamente nei suoi intenti, soprattutto a causa degli indiscutibili errori del suo leader, e che ora è divenuta improponibile in ragione delle trasformazioni del quadro politico che si è frammentato rendendo ormai impossibile quell’aggregazione al centro che, per l’appunto, è stato uno dei motivi del successo del Presidente francese.

 

Su quali temi potrebbe giocarsi un futuro asse franco-italiano?

Parlare di un asse franco-italiano come forza guida di un rilancio dell’integrazione europea che prescinda dalla partecipazione tedesca mi sembra ipotesi poco verosimile.  Tuttavia esiste un complesso di tematiche sulle quali i due Paesi in questo momento registrano punti di convergenza in materia di politica europea: la proposta di creare un ministro europeo delle finanze e un budget comune dell’eurozona, un certo allentamento del rigorismo finanziario, la costituzione di un’Agenzia europea per l’innovazione, l’impegno ad una difesa comune.

 

In che modo le prossime elezioni politiche italiane potrebbero pesare a livello europeo in un’alleanza con la Francia di Macron?

Certamente una eventuale affermazione del Movimento 5 stelle o di un centro-destra fortemente condizionato da un successo significativo della Lega rischierebbero di mettere in crisi sia le ipotesi di rilancio europeo sia le prospettive di una collaborazione italo-francese.  L’approccio di Macron è quello di un convinto, sia pur pragmatico, europeismo distante in maniera irreconciliabile dal populismo antieuropeista di Grillo e Salvini. Ugualmente perniciosa l’eventualità di elezioni non in grado di produrre un governo stabile, bensì debole, incapace di un’azione politica incisiva e passivamente adagiato sull’esistente. Forse per il ruolo dell’Italia in Europa questo sarebbe un esito ancor più pericoloso.

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