E’ stato convocato alle 17 al Quirinale il nuovo Consiglio Superiore della Magistratura. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano incontrerà anche i consiglieri uscenti, così da realizzare una sorta di “passaggio di consegne”. Nei prossimi giorni sarà fissata invece, nella sede di palazzo dei Marescialli, la prima riunione operativa.
Il nuovo CSM. Il Consiglio 2014-2018 sarà composto da 27 membri: 3 di diritto (il Presidente della Repubblica, che lo presiede; il primo presidente e il procuratore generale della Corte di Cassazione), e 24 elettivi: 16 magistrati (detti «membri togati») e 8 avvocati o professori universitari in materie giuridiche scelti dal Parlamento in seduta comune (detti «membri laici»): Giovanni Legnini (Pd, sottosegretario dimissionario all’Economia), Maria Elisabetta Alberti Casellati (Forza Italia), Renato Balduzzi (Scelta civica, ex ministro della Sanità nel governo Monti), Teresa Bene (Pd), Giuseppe Fanfani (Pd, sindaco di Arezzo e nipote di Amintore), Antonio Leone (Nuovo Centrodestra), Paola Balducci (Sel) e Pierantonio Zanettin (Forza Italia).
Una sola donna (Maria Rosaria Sangiorgio) è stata invece eletta fra i 16 magistrati: 7 seggi sono andati alla componente di sinistra Area, 5 a quella centrista Unità per la Costituzione e 4 ai moderati di Magistratura Indipendente. I membri togati saranno determinanti per eleggere – tra quelli laici, come prevede la Costituzione – il Vicepresidente del CSM (e suo vero “gestore” per l’ordinario, dato che il Presidente della Repubblica tradizionalmente partecipa solo alle sedute più importanti): il favorito è Legnini, anche se potrebbe essere penalizzato dal suo attuale incarico governativo; in caso di rinuncia, sono pronti Fanfani e Balduzzi.
Il nodo della Corte costituzionale. Risolta la pratica CSM, il Parlamento non ha invece ancora eletto i sostituti dei due giudici costituzionali scaduti all’inizio dell’estate. Eliminato dalla corsa Antonio Catricalà (indicato da Forza Italia) e bocciati a più riprese sia il suo “sostituto” Donato Bruno (che secondo Il Fatto Quotidiano sarebbe indagato a Isernia per «concorso in interesse privato del curatore in atti fallimentari», notizia che la Procura non ha confermato) che l’ex presidente democratico della Camera Luciano Violante, i partiti hanno chiesto e ottenuto una settimana di riflessione. La prossima votazione – la quindicesima – si terrà martedì 30 settembre e, per allora le trattative segrete fra Renzi e Berlusconi potrebbero aver prodotto una nuova coppia di nomi, davvero condivisi e in grado di raggiungere il quorum dei tre quinti dei componenti il collegio (570 voti su 951), accogliendo finalmente i numerosi appelli del Presidente della Repubblica e di quelli delle Camere, i cui lavori sono stati molto rallentati dalle ripetute votazioni in seduta comune.
Alessandro Testa