La magistratura italiana è nel caos. È previsto per oggi il plenum dell’Associazione nazionale magistrati, con la giunta che rischia lo scioglimento dopo la pubblicazione delle ultime intercettazioni dell’inchiesta sull’ex presidente Luca Palamara.
Ieri, infatti, il presidente dell’Anm, Luca Poniz, e il segretario, Giuliano Caputo, si sono dimessi dopo nemmeno un anno di mandato. Tempestiva la risposta del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede che, in un post su Facebook, ha dichiarato che non starà fermo a guardare le accuse che volano tra Area e Unicost, le correnti che hanno mandato in crisi i vertici dell’Anm, e che c’è bisogno di una tempestiva risposta delle istituzioni.
https://www.facebook.com/Alfonso.Bonafede.M5S/posts/3313581021986014
Bonafede ha spiegato che già la prossima settimana premerà il piede sull’acceleratore della riforma del Csm, riprendendo un discorso rimasto in sospeso già da qualche mese. Riforma che ha al centro un nuovo sistema elettorale e l’individuazione di meccanismi per arrivare a nomine ispirate solamente al merito, in modo che ci sia una netta separazione tra politica e magistratura.
Sono leggi delle quali si parla da decenni e che ora non sono più rinviabili.
Come afferma il presidente aggiunto dell’Ufficio Gip di Milano, Ezia Maccora, su La Stampa, occorre disinnescare il carrierismo senza negare il valore ed il ruolo assunto dalla dirigenza degli uffici: “La temporaneità effettiva nel ruolo di direzione di un ufficio giudiziario, potrebbe essere la migliore riprova che non si acquisisce uno «status» ma un incarico temporaneo per il buon funzionamento della giustizia”, ha sottolineato la presidente.
L’attuale legge elettorale, sempre secondo Maccora, ha sottratto il potere di scelta dei propri rappresentati ai magistrati-elettori; una norma che va modificata, per fare in modo che il magistrato-elettore al momento del voto possa valutare insieme uomini e idee, individualità e programmi.
Infine, per la presidente è necessario un sistema elettorale in grado sia di rappresentare il pluralismo culturale presente in magistratura sia di valorizzare la professionalità del magistrato e la sua indipendenza.