Via libera della Camera alla legge che disciplina l’ingresso dei magistrati in politica. Il Senato ne aveva già approvato in prima lettura una versione nel 2014. I deputati però hanno fatto delle modifiche a quel testo. Dunque la legge dovrà ora fare ritorno a Palazzo Madama perché possa essere approvata in via definitiva. Il provvedimento è stato votato da 211 deputati e respinto solo da due. 29 gli astenuti.
Ecco le disposizioni del testo approvato ieri.
- I limiti riguarderanno tutti i magistrati (ordinari, amministrativi, contabili e militari) e per tutte le elezioni (europee, politiche, regionali e amministrative).
- I magistrati non potranno essere candidabili nel collegio in cui hanno lavorato negli ultimi 5 anni, e dovranno essere in aspettativa da almeno 6 mesi.
- Finita l’esperienza politica, potranno tornare a lavorare solo in un collegio diverso da quello in cui sono stati eletti. Per 3 anni non potranno ricoprire incarichi direttivi o semidirettivi nè funzioni inquirenti, ma esclusivamente funzioni giudicanti collegiali.
- I sindaci non potranno più svolgere contemporaneamente funzioni politico-amministrative e funzioni giudiziarie in luoghi diversi. Saranno dunque obbligati all’aspettativa, diversamente dalle norme vigenti.
- Anche qualora non eletto, il magistrato avrà dei limiti sulla sua attività giudiziaria: potrà esercitarla solo in una circoscrizione diversa da quella in cui si era candidato. E per due anni, niente funzioni inquirenti.
- Qualora ne avesse diritto, il magistrato può richiedere, per il rientro, di essere collocato in Cassazione, nell’Avvocatura di Stato (senza incarichi direttivi per due anni) o nel Ministero della Giustizia.
- Gli ex capi di gabinetto o componenti di Authority non potranno svolgere incarichi direttivi o semidirettivi al rientro nella professione.
- Chi non rispetterà le suddette regole potrà incorrere in una sanzione disciplinare fino a quattro anni di anzianità.
- Sarà disponibile sul sito della Presidenza del Consiglio una lista di tutti i magistrati fuori ruolo. Questa misura è stata proposta da un emendamento di Roberto Giachetti (Pd).
Critiche a queste norme sono giunte in particolare da M5S e Forza Italia. Tofalo (M5S) vede nelle norma che permette il rientro in carriera anche in Cassazione un favore particolare ad Anna Finocchiaro (PD), ministro per i Rapporti con il Parlamento, che a Sisto (FI) trova scandalosa l’esclusione dal testo della norma che prevedeva l’astensione dal giudizio per il penalista che, già partecipante ad un elezione o con un incarico di governo in passato, si trovasse davanti un imputato che era stato eletto o avesse anche solo partecipato a delle elezioni negli ultimi 5 anni. Una norma che era stata invece approvata in Senato.