Tra le fila della maggioranza si prova a stemperare le tensioni generate dal ddl che prevede la “sospensione della prescrizione in presenza della sentenza di primo grado”. Il tema ha fatto scoppiare un’aspra diatriba tra i Ministri della Pubblica Amministrazione e della Giustizia, Bongiorno e Bonafede. La leghista ha definito il provvedimento una “bomba nucleare sul processo”, il pentastellato ha risposto che “la vera bomba è la rabbia dei cittadini di fronte all’impunità”. Un botta e risposta molto forte che ha incendiato il dibattito politico e che sta’ facendo vacillare gli equilibri su cui si basa la maggioranza formata da Lega e 5 Stelle. Consapevole di questo rischio, Matteo Salvini ha provato a calmare le acque: ” Sono d’accordo con la riforma della prescrizione, ma è importante che lo si faccia in modo efficace”.
Il leader della Lega prova a serrare i ranghi anche alla luce dei numerosi emendamenti soppressivi dell’articolo 7 relativo alla “trasparenza dei partiti”, che un seccato Di Maio aveva bollato come frutto di “una probabile divisione interna alla Lega”. Il Ministro del Lavoro è determinato a portare avanti il provvedimento sulla prescrizione, definendolo una “vera rivoluzione”, ma oltre agli emendamenti leghisti è costretto a fronteggiare il muro eretto dalle camere penali e dall’Associazione Nazionale Forense che vede nel ddl un esempio di “visione autoritaria del diritto” etichettandolo come “smaccatamente anticostituzionale”. Si prova dunque a ristabilire equilibrio ad una maggioranza fortemente stressata dagli ulteriori disaccordi legati al ddl sicurezza che si aggiunge al peso politico della questione relativa alla prescrizione.