La mafia cambia volto: la violenza cede il passo alla tendenza ad infiltrazioni “nel tessuto economico e sociale sano”. È quanto emerge nella Relazione della Dia al Parlamento relativa al secondo semestre del 2020, secondo cui la nuova “strategia criminale” sfrutterebbe il “periodo di grave crisi per rilevare a buon mercato imprese in difficoltà, e accaparrarsi le risorse pubbliche stanziate per fronteggiare l’emergenza sanitaria”.
La criminalità organizzata – si legge nel documento – “sostituendo l’uso della violenza, sempre più residuale, con linee d’azione di silente infiltrazione”. Le indagini hanno anche evidenziato come Cosa Nostra, Camorra, ‘Ndrangheta siano state in grado di penetrare “il tessuto economico-imprenditoriale del nord Italia”, gestendo settori quali estorsione, usura, narcotraffico, spaccio di droga, gioco d’azzardo illecito e controllo di quello illegale.
Ma continua anche l’infiltrazione nei comparti che beneficiano di contributi pubblici, come i settori della produzione di energia da fonti rinnovabili, dell’agricoltura e dell’allevamento. Infiltrazioni possibili grazie alla “complicità di politici e funzionari infedeli”.