Il gip di Macerata ha convalidato gli arresti per Desmond Lucky e Lucky Awelima, i nigeriani in stato di fermo da sabato scorso per l’omicidio di Pamela Mastropietro. I due resteranno dunque in carcere. Nel corso dell’udienza di convalida, Awelima si è avvalso della facoltà di non rispondere. Lucky ha invece negato ogni responsabilità. Ai due vengono contestati i reati di omicidio, vilipendio, distruzione, soppressione e occultamento di cadavere, in concorso con Innocent Oseghale. Secondo i pm, i tre hanno avuto un ruolo primario nell’uccisione della diciottenne romana, fatta a pezzi e abbandonata in due valigie, ritrovate la mattina del 31 gennaio.
Intanto il quarto nigeriano indagato, a differenza degli altri, sta mostrando un atteggiamento “collaborativo”. Ma al momento gli inquirenti reputano il suo ruolo marginale, solo da testimone, nella vicenda. Il pomeriggio del 30 gennaio infatti avrebbe ricevuto una telefonata da Oseghale: l’uomo gli chiedeva di recarsi a casa sua perché Pamela si era sentita male. Proprio nella mansarda di via Spalato, secondo le indagini, sarebbe avvenuto l’omicidio. Tuttavia, stando alla testimonianza del ragazzo, questi si sarebbe rifiutato di andare.
L’udienza. La decisione del gip nei confronti di Lucky e Awelima si è basata su un quadro indiziario più ampio rispetto a quello vagliato dopo l’arresto di Oseghale. Quest’ultimo era stato fermato il giorno stesso del ritrovamento del cadavere di Pamela Mastropietro. Nel suo caso, il gip aveva escluso dalla convalida l’accusa di omicidio, che però rimane ancora in corso.
“Omicidio efferato”. Dopo giorni di ricostruzioni, gli inquirenti non nascondono più quello che si presenta come un crimine “efferato”. Al punto che si inizia ad ipotizzare che dietro l’omicidio della ragazza ci siano riti tribali. Il responso preliminare del medico legale indica due coltellate all’altezza del fegato e un colpo alla tempia. Entrambi inferti quando la ragazza era viva. Nel giro di una settimana dovrebbero arrivare a chiarire ulteriormente il quadro i risultati delle indagini del Ris. A ciò si aggiungeranno i tabulati telefonici, i rilievi palmari e plantari dei nigeriani e l’esame tossicologico sulla vittima.
Caso Traini. Stamattina, ospite di Agorà, il ministro della Giustizia Andrea Orlando è tornato a parlare di Luca Traini, il 28enne di Macerata che sabato 3 febbraio ha sparato a sei persone di colore che camminavano in strada. L’uomo ha poi spiegato ai carabinieri di aver agito per vendicare Pamela. “Smettiamola di parlare di un pazzo – ha detto il Guardasigilli – quando uno spara a delle persone è uno che compie un atto di terrorismo. La categoria della follia non credo sia utilizzabile perché rischia di sminuire la portata dei fatti”.