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M5S, liste dei giornali
con conflitto di interessi
Nuovo attacco alla stampa

Quotidiani italiani nel mirino del Blog

Fattori (M5S) contro Di Maio

di Camilla Canale14 Novembre 2018
14 Novembre 2018

Un ennesimo attacco ai giornalisti. Ieri sul blog del Movimento 5 Stelle è apparsa una lista dei cinque giornali “con i conflitti di interesse grossi come una casa, ma di cui tutti fanno finta di nulla”. L’elenco comprende La Repubblica, Il Giornale, La Stampa, Il Giornale, Il Messaggero e Libero Quotidiano.

La pubblicazione dei nomi dei principali quotidiani è motivata dalla volontà “di sanare questa anomalia tutta italiana e incentivare gli editori a non essere in conflitto di interesse né con altri settori di business né con la politica per garantire a tutti un’informazione libera e imparziale. Questa è la battaglia di chi ama davvero l’informazione”.

La Repubblica e La Stampa di Marco Benedetti “figlio di Carlo De Benedetti, tessera n. 1 del Pd”, avrebbero “interessi industriali”. Il Giornale, prosegue il post del Movimento, è “di Paolo Berlusconi – fratello di Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia”. Il Messaggero di “Francesco Gaetano Caltagirone” avrebbe “interessi industriali”. come anche Libero Quotidiano di Antonio Angelucci.

Non sono mancate le reazioni. Il vicepresidente della Camera, Ettore Rosato, ha affermato sui social: “Ora Di Maio e Di Battista hanno fatto la lista degli editori cattivi, dei giornali da non comprare, da penalizzare (e a cui minacciano di togliere i contributi pubblici, leggasi pubblicità delle aziende di Stato e pubblicità legale)”. Il Capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida, ha dichiarato: “Ennesimo grave attacco politico dei M5S rivolto alla stampa e libertà di informazione”.

Tra i tanti, anche la senatrice “ribelle” del Movimento 5 Stelle, Elena Fattori, pubblica su suo profilo Facebook l’articolo 21 della Costituzione dedicato alla libertà di stampa e dichiara: “Sarebbe bene ripassare un po’ visto che ora siamo al governo del Paese”.

L’ex deputato grillino, Alessandro Di Battista, ha rapidamente replicato. “Come volevasi dimostrare è partita la difesa corporativista, puerile, patetica, ipocrita, conformista e oltretutto controproducente di una parte del sistema mediatico”.

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