L’uragano Sandy impatta ancora prima che con il suolo americano sulle campagna elettorali per le presidenziali. Sia Barack Obama che Mitt Romney sono stati costretti a modificare i programmi di questi ultimi giorni di campagna.
L’emergenza meteo. Ore di grande ansia nelle regioni più popolate degli Stati Uniti per l’arrivo dell’uragano Sandy, previsto per la giornata di oggi. In Maryland, New Jersey, New York, Pennsylvania, Virginia, Washington Dc e nelle contee costiere del Nord Carolina le autorità hanno dichiarato lo stato di emergenza. Oltre 160mila uomini della guardia nazionale di questi stati affiancano le autorità locali nel fronteggiare l’arrivo di questo uragano che si abbatterà sulla East Cost la notte di Halloween e che ha già causato 66 morti nel suo transito sui Caraibi. La città che non dorme mai riesce a fare notizia anche in casi di calamità naturale. A New York bloccata a causa dell’uragano anche Wall Street, che non chiudeva i battenti dall’11 settembre, così come si ferma il mondo dell’intrattenimento che si adegua all’emergenza con la cancellazione domenica e lunedì dei musical in cartellone a Broadway. Sprangate a New York le fermate della metropolitana più prossime al mare, chiusi i magazzini Macy’s, gli osservatori panoramici sui grattacieli quali il Rockfeller Center e l’Empire State Building; resteranno a terra i passeggeri di ben 7.400 voli.
Le ripercussioni sulla politica. Intanto Romney, lo sfidante repubblicano ha deciso di cancellare tutti gli eventi in programma oggi in Virginia e concentrare tutti gli ultimi sforzi nel decisivo in Ohio, che assegna 18 grandi elettori sui 270 necessari per vincere e conquistato da ogni Repubblicano arrivato alla Casa Bianca. Obama in serata sarà ad Orlando in Florida e lunedì sarà in Ohio e in Virginia. Resta confermato invece un appuntamento martedì in Wisconsin, anche se tutto resta vincolato allo sviluppo di Sandy. Obama ha provato comunque a rassicurare la popolazione: «Non anticipiamo al momento» che l’uragano Sandy «possa avere» un potenziale effetto sul voto «ma monitoriamo». In alcuni stati della costa orientali le operazioni di voto si sono già aperte.
Marco Potenziani